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Il Socio | John Grisham, l’avvocato Tom Cruise e quella missione davvero impossibile

Sydney Pollack, Gene Hackman, Gary Busey e le note di Dave Grusin: un legal thriller da riscoprire

Il socio
Tom Cruise in una scena de Il socio.

MILANO – Quanti neolaureati in legge si vorrebbero sentire come Tom Cruise nella prima mezz’ora de Il socio: una donna bellissima al proprio fianco (Jeanne Tripplehorn, che purtroppo abbiamo perso di vista, confinata in ruoli di serie minori), una brillante carriera da avvocato che sta per nascere dopo gli eccellenti voti ottenuti a Harvard, l’assunzione in uno degli studi legali più lussuosi degli Stati Uniti e un conto in banca già ampiamente soddisfacente. E chissà per quanti neolaureati in legge e praticanti avvocati le restanti due ore de Il socio – lo trovate a noleggio su Prime Video, AppleTv+, Rakuten e CHILI – sono quell’incubo in cui non vorrebbero mai ritrovarsi: scoprire che quello stesso studio legale che ti ricopre di soldi e di benessere in realtà non è che una copertura di traffici di denaro sporco e riciclaggio, che opera in maniera sistematica per conto della mafia di Chicago.

Tom Cruise con Gary Busey e Holly Hunter in una scena de Il socio.

E così, il giovane ed ex rampante Mitch McDeere (Cruise, appunto, trent’anni fa) verrà presto a conoscenza che due colleghi dello stesso ufficio non troppo più vecchi di lui sono appena stati uccisi. Da quel momento cambia il film e ha inizio il grande dilemma morale che interessa John Grisham, dal cui libro è tratto il film di un genio come Sydney Pollack, che veniva da un altro scrittore, Scott Turow, e da Presunto innocente. Così la scelta del protagonista sarà tra una pericolosa complicità criminale, che gli può permettere però la sopravvivenza, e la collaborazione con l’FBI, che metterà invece a repentaglio non solo la propria solidità professionale, ma anche quella coniugale. Oltre ovviamente a tutti i rischi relativi a chi agisce da talpa all’interno di una struttura delinquenziale.

Cruise con Gene Hackman, l’avvocato veterano che sa già tutto.

Anche (e soprattutto) a trent’anni di distanza dall’uscita, il film rimane intrattenimento di altissima scuola, un legal thriller tratto da un libro di Grisham del 1991, ambientato a Memphis (e con una grandissima colonna sonora, firmata da Dave Grusin) che si poggia su uno script perfetto (nel 2012 ne hanno fatto anche una serie con Josh Lucas) e su alcuni dei grandi temi che appartengono al mestiere dell’avvocato: le sottili linee che separano giusto e sbagliato, successo e legalità. Nel 1993 Cruise era diventato ormai adulto (Nato il 4 luglio con Oliver Stone era stato il punto di non ritorno) e cominciava ad abbandonare la sua gagliardia da playboy ventenne degli anni Ottanta per esplorare personaggi più controversi e problematici.

I coniugi Abby e Mitch McDeere: Jeanne Tripplehorn e Cruise.

Non a caso, i duetti di Cruise con l’ambiguo Gene Hackman – sempre maestoso – sono forse i momenti migliori del film, quelli dove la narrazione lascia respirare di più i caratteri: da una parte, la matricola che si scontra con la sporcizia di un mondo che non s’aspettava; dall’altra, il professionista a fine carriera, che ha assunto quel cinismo necessario per affermarsi, sacrificando correttezza e sentimenti. Il socio non è un capolavoro, eppure assomiglia ad una specie de Il giovane Holden che scopre corruzione e sangue. La fine delle illusioni è la medesima. Riscopritelo.

  • LEGAL CORN | La rubrica su quando il cinema finisce in tribunale
  • AUDIO | Qui un brano della colonna sonora firmata da Dave Grusin:

 

 

 

 

 

 

 

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