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Top Gun: Maverick | Tom Cruise e quel sequel che è (già) un cult

Epico e divertente: Joseph Kosinski rende il giusto tributo ad un film mitico, rielaborandone il senso

Top Gun: Maverick, Tom Cruise e quel sequel che è (già) un cult
Top Gun: Maverick, Tom Cruise e quel sequel che è (già) un cult

ROMA – Il mito rivisto e la line di confine che rimarca il cielo con la terra. Lì su, le nuvole e un mondo diverso, più giù le ansie e le ossessioni umane, condite dalla paura, dai rimorsi, dall’amore. Qualcuno le chiamerebbe emozioni, per altri sono impulsi elettromagnetici che ci spingono ad inseguire l’impossibile. Perché in fondo si tratta di questo: superare i limiti imposti, dimostrare che si può, che si deve. Ed è questo il concetto legato a Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski, uno di quei film che non avrebbe bisogno di presentazione, né di giri di parole. Una cosa, però, va subito detta: ereditando la leggenda, il sequel può essere considerato giù un cult moderno, dall’immediata spettacolarità e dall’adrenalina esplosiva. E non poteva essere altrimenti: Tom Cruise, che torna ad essere Pete “Maverick” Mitchell (a giudicare dal risultato probabilmente non ha mai lasciato il personaggio…), è l’emblema assoluto dell’epica americana, e Kosinski sottolineata la sua attitudine alla grandezza soffermandosi sulla silhouette, sui dettagli leggendari, in sella ad una moto che sa di ritrovata libertà.

Pete "Maverick" Mitchell: Tom Cruise e il ritorno di una leggenda
Pete “Maverick” Mitchell: Tom Cruise e il ritorno di una leggenda

Rieccolo Pete; rieccolo intento a testare aerei segreti tra la sabbia cocente del Nevada. Intemperante alle regole, sfida le leggi della fisica portando un jet a toccare precisamente i mach 10. Eppure, i droni e la nuova tecnologia militare stanno soppiantando i piloti. Le macchine obbediscono senza controbattere, gli uomini per natura inseguono il dubbio. Allora, messo all’angolo dalla US Navy, accetta di tornare alla scuola Top Gun per un importante compito. Addestrare, in meno di tre settimane, dodici piloti. La missione? Eliminare un deposito di uranio arricchito in un non meglio specificato Paese Canaglia che confina con i paesi NATO (ops!). Per caso o per destino, tra i piloti c’è anche Bradley “Rooster” Bradshaw (Miles Teller, che grande attore), ossia il figlio di Goose, il miglior amico di Pete morto trentasei anni prima. Nel film di Kosinski la figura di Goose è centrale, e si fonde con i tormenti di un Pete Mitchell diventato umano e vulnerabile.

Miles Teller in Top Gun: Maverick
Miles Teller in Top Gun: Maverick

Il sorriso e i Ray-Ban sono gli stessi, la giacca di pelle è ancora lì, eppure il dolore è ancora vivo. Ora, però, il dolore diventa anche responsabilità: deve tutelare Bradley, gestire l’assenza e, intanto, portarlo con lui ad un passo dal cielo. Così Top Gun: Maverick ribalta il senso e diventa un film sulla consapevolezza, sulle contraddizioni militari (raffigurante nella figura del Vice Ammiraglio Beau “Cyclone” Simpson interpretato da Jon Hamm), sul valore delle ferite. Che siano fisiche o che siano emozionali. Ed è qui che entra in gioco l’altro ritorno, ossia quello di Penny Benjamin (Jennifer Connelly) che, intanto, è diventata mamma e gestisce un bar sulla spiaggia di San Diego. Incompatibili ma innamorati, Pete e Penny hanno segnato l’immaginario romantico Anni Ottanta, e ora – con il peso del passato sulle spalle – sono forse pronti a riprendere i discorsi lasciati in sospeso.

Jennifer Connelly e Tom Cruise in una scena del film
Jennifer Connelly e Tom Cruise in una scena del film

Per questo Top Gun: Maverick scritto da Christopher McQuarrie, che da anni collabora con Tom Cruise, nelle due ore e venti diventa inaspettatamente e a più riprese una love story disfunzionale, costruita parallelamente ad una storyline che non risparmia colpi ad effetto, meraviglia e purissimo divertimento, ritmato dalla colonna sonora di Hans Zimmer e dalla potentissima messa in scena, in grado di portarci letteralmente a bordo dei F/A-18E Super Hornet. Ecco, il sequel di Joseph Kosinski, mischiando la nostalgia ad uno show che non vuole mai risparmiarsi (e la dedica è sottintesa: sono i fan il punto di riferimento), è esattamente il cinema d’intrattenimento pensato e studiato nei minimi dettagli, capace di regalare uno spettacolo incredibile che esalta il senso di un cinema di cui abbiamo (ancora) un vitale bisogno.

Qui il trailer di Top Gun Maverick:

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