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E se Tom à La Ferme fosse davvero il punto più alto dell’arte di Xavier Dolan?

Il quarto film del regista? Un’esperienza primitiva e meravigliosa. Da (ri)scoprire e amare

tom à la ferme
Xavier Dolan e le relazioni malate: Tom à la ferme

MILANO – Xavier Dolan, l’enfant prodige che ha conquistato il cinema europeo e d’oltreoceano, ha trascorso praticamente tutta la sua filmografia a esplorare i concetti di identità, orientamento sessuale e come questi influenzino il rapporto di una persona con il mondo in cui esiste e in cui si muove. Di tutti, il suo quarto film uscito nel 2013, è forse il più emblematico della sua poetica e, sebbene sia meno conosciuto di altri titoli come, ad esempio, Laurence Anyways o Mommy, è un’esperienza cinematografica che davvero non si dovrebbe perdere. Tom à la ferme, con protagonisti lo stesso Dolan e Pierre-Yves Cardinal, è dunque il film di questa nuova puntata della nostra rubrica Queer Corn.

tom à la ferme
Xavier Dolan è il protagonista e regista di Tom à la ferme

Xavier Dolan mette in scena una storia piena di dolore e di sentimenti irrisolti. Il suo Tom Podowski si reca in una remota cittadina di campagna, nella fattoria natale di quello che era il suo ragazzo, Guillaume (Caleb Landry Jones, che abbiamo intervistato qui), ora morto. La sua famiglia lo ospita per il funerale e ci vuole poco a capire che lì, Tom, non è affatto il benvenuto. La madre lo accoglie ma il fratello Francis è ostile. L’omosessualità di Guillaume sembra essere un tabù nella famiglia e nella piccola comunità di cui fa parte. Quello che però Tom non si aspetta è il gioco di sentimenti contrastanti che si sviluppano tra lui e l’ultima persona che si sarebbe aspettato: Francis.

Una scena di Tom à la ferme

Tom à la ferme è un noir queer che parla dell’attrazione sessuale nella sua forma più perversa e tossica, dando vita a una giostra di emozioni che, forse intensificati dal lutto e dal dolore della perdita di Guillame per entrambi, li fa entrare in un vortice da cui nessuno dei due riesce a uscire. E il paesaggio rurale, i campi di grano che circondano la fattoria è la perfetta ambientazione. Siamo dalle parti di La terra di Dio di Francis Lee, ma in qualche modo i due film arrivano a toccare esattamente i due poli opposti dello stesso spettro. L’amore, se così si può chiamare, tra due ragazzi a cui la vita non concede il cammino sereno che si meriterebbero.

tom à la ferme
Una storia malata e perversa: Tom à la ferme

Il film di Dolan, come molti altri film del cinema queer, è uno di quelli che trascende qualsiasi discorso si possa fare sulla rappresentazione LGBTQIA+ sullo schermo. Vengono prima i sentimenti, le emozioni più forti e primitive, il punto più basso che può toccare l’umanità di una persona. Il fatto che tutto questo travolga due uomini non è importante, ciò che conta è l’impronta che la loro storia lascia anche dopo aver finito la visione. E, soprattutto, in modo anche un po’ contrastante rispetto alla storia raccontata, rimane la sua bellezza, altamente estetica e pregna di significato, mai frivola.

Una scena di Tom à la ferme

Travolgente, enorme e irrefrenabile, nemmeno i consueti detrattori del regista franco-canadese, al tempo dell’uscita del film alla Mostra del Cinema di Venezia – oggi lo trovate in streaming solo su Rakuten, Google + e Apple Tv –  trovarono molto da criticare. Unendo tutti gli elementi che nella relativamente breve carriera di Dolan hanno reso il suo stile inconfondibile, il risultato è un film meraviglioso che, una volta partito, non si può fare a meno guardare. E no, non importa quanto scomodo diventi quello che si affaccia sullo schermo. Tom à la ferme non solo è un film glorioso, ma – per chi scrive – è addirittura il più completo e godibile di Dolan fino ad oggi.

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