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Sarà l’anno dell’Oscar per Gary Oldman?

L’attore inglese è pronto a prendersi la sua rivincita su Hollywood, tutto merito di Winston Churchill

l'ora più buia

Il trionfo inaspettato (e meritato) di Tre manifesti a Ebbing, Missouri. L’incetta di premi di Big Little Lies. Il discorso ispirato di Oprah Winfrey. La frecciatina femminista di Natalie Portman. Le battute di Seth Meyers contro Harvey Weinstein. Il red carpet velato di nero per protesta contro le violenze sulle donne. Sono solo alcuni dei momenti che hanno scandito la cerimonia di premiazione dei Golden Golbe 2018 al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. Il primo grande evento hollywoodiano dopo i mesi infiammati dallo scandalo sessuale scoppiato grazie all’articolo del New Yorker firmato da Ronan Farrow. Ma la 75esima edizione dei premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association è stata indubbiamente anche la serata di Gary Oldman premiato per l’interpretazione di Winston Churchill ne L’ora più buia di Joe Wright.

Prima nomination ai Golden Globe – dopo le polemiche degli scorsi anni – che l’ha visto salire sul palco emozionato e grato per quel riconoscimento. E chissà se la vittoria di ieri verrà duplicata il prossimo 4 marzo quando Los Angeles sarà tinta d’oro per la notte degli Oscar. Le nomination saranno svelate solo il prossimo 23 gennaio ma c’è da scommettere che quest’anno gli Academy non si dimenticheranno di lui e della sua grande prova attoriale. Una sola candidatura per il ruolo di George Smiley ne La Talpa di Tomas Alfredson in oltre trent’anni di carriera. Troppo poco per un attore raffinato e poliedrico come lui, rappresentante del cinema britannico al pari del (quasi) coetaneo Daniel Day-Lewis.

Una filmografia ricca e sfaccetta per generi e ruoli, lodata da pubblico e critica ma snobbata (finora) dalle giurie dei Globes e degli Oscar. Eppure sarebbero diversi i ruoli per i quali Goldman avrebbe meritato di venir nominato nel corso degli anni, anche solo in virtù dell’innata capacità camaleontica di modellare i propri personaggi. Qualche esempio? Dal ruolo di Jackie Flannery in Stato di grazia al fianco di Sean Penn all’interpretazione di Lee Harvey Oswald nel controverso JFK di Oliver Stone, dal Dracula di Coppola passando per l’agente corrotto in Léon di Luc Besson ed il tenente James Gordon ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Ignorato e trascurato. Ora non ci resta che aspettare di scoprire se quest’anno Gary Oldam si prenderà la sua rivincita su Hollywood salendo i gradini del Dolby Theatre per stringere tra le mani il suo primo Oscar.

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