ROMA – Emma e Dexter si incontrano la sera della festa di laurea all’Università di Edimburgo, è il 15 luglio del 1989 e da quel momento le loro vite non saranno più le stesse. Li seguiamo per vent’anni ogni 15 di luglio, assistendo all’evoluzione delle loro esistenze e del loro rapporto; Emma è brillante e impegnata, pensa al mondo per come dovrebbe essere e cerca come può di lasciare un segno, Dexter è bello, ricco e popolare, vive la vita cogliendone ogni attimo senza particolari ambizioni e senza interrogarsi sul domani. Due satelliti che ruotano attorno alla stessa orbita senza mai avvicinarsi abbastanza, amandosi per due decenni senza riuscire a dirselo. Nel mezzo, la vita: sogni, ambizioni, delusioni, differenze economiche, amori, fallimenti e anche il dramma della perdita. Nata dalla penna di David Nicholls, One Day è una delle storie d’amore più emozionanti e struggenti di sempre.
Una storia che ha affascinato lettori e poi spettatori di tutto il mondo anche grazie ad un primo (e ormai mitico) adattamento cinematografico del 2011 con Anne Hathaway e Jim Sturgess, per la regia di Lone Scherfig (che avevamo amato e vi avevamo raccontato qui). Oggi, One Day rivive su Netflix grazie a una narrazione seriale in quattordici episodi diretti da Nicole Taylor, sempre molto attinente al bestseller del 2009. È un’operazione rischiosa riportare sullo schermo una storia che ormai si identifica nei volti di due attori che hanno saputo impersonare così bene una travagliata storia d’amore e d’attesa, ma questa nuova versione riesce a regalare allo spettatore suggestioni e turbamenti come la prima volta. I due protagonisti hanno ora il volto di Ambika Mod (This Is Going To Hurt, I Hate Suzie) e Leo Woodall (The White Lotus, Vampire Academy, Citadel) – due giovani attori inglesi la cui chimica e profondità ha catturato subito l’attenzione degli spettatori.
I loro Emma e Dexter sono estremizzati rispetto a quelli del film, ma grazie alla narrazione dilatata il rapporto tra i due e gli aspetti psicologici di ciascuno sono indagati e approfonditi ulteriormente. Il formato seriale offre la possibilità di stabilire un legame più intenso con i personaggi e regala l’illusione di conoscerli realmente nel corso dei vent’anni. Li seguiamo tra l’Inghilterra e l’Europa, li osserviamo mentre parlano al telefono, si scrivono, si perdono e si ritrovano sempre, accompagnati nella visione da una colonna sonora ricca e variegata che restituisce perfettamente le atmosfere inglesi a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. A rendere ulteriormente familiare la visione di One Day è anche il cast poliedrico che va da Tim McInnerny (Notting Hill, La carica dei 101) a Joely Richardson (Il Patriota, Lady Chatterley), fino ad Eleanor Tomlinson (Poldark, The Couple Next Door), e questo solo per citarne alcuni.
«Una storia d’amore, ma anche un romanzo sull’amicizia e sulla famiglia, sulla nostalgia e sui rimpianti, sul modo in cui i sogni e le speranze non si avverano mai del tutto, perlomeno non come ci aspettavamo», ha affermato lo scrittore David Nicholls che con questo racconto si è inserito, prima e dopo, in una scia di personaggi e storie che in comune hanno un incontro fortuito, due protagonisti complessi e un irrimediabile senso di appartenenza che li tiene legati, una cosa che forse qualcuno definirebbe “destino”. Da Harry ti presento Sally a Normal People, dalla Before Trilogy di Richard Linklater iniziata con Prima dell’alba fino al più recente Past Lives, gli amori diluiti nel tempo e i personaggi che si rincorrono hanno sempre affascinato lettori e spettatori, andando a costruire un genere sempre molto fortunato.
Quelle come One Day sono le storie che non ci stancheremmo mai di guardare, personaggi che vorremmo avere come amici e per cui facciamo il tifo, legami a cui aspiriamo o nei quali ci rivediamo, anche e soprattutto se struggenti. Dramma e commedia, romanticismo e brutalità della vita, un conglomerato perfetto che cattura chi guarda e fa emozionare fino alla fine, anche quando l’epilogo si conosce già.
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