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Past Lives | Greta Lee, Celine Song e le ragioni dell’amore e del destino

Teo Yoo, John Magaro, gli Oscar, la vita, le scelte e la magia dell’In Yun. Al cinema dal 14 febbraio

Teo Yoo e Greta Lee al centro del cuore di Past Lives di Celine Song, al cinema dal 14 febbraio con Lucky Red
Teo Yoo e Greta Lee al centro del cuore di Past Lives di Celine Song, al cinema dal 14 febbraio con Lucky Red

ROMA – Nora e Hae Sung, due amici d’infanzia profondamente legati, vengono separati quando la famiglia di Nora lascia la Corea del Sud. Due decenni dopo, Hae Sung decide di andare a trovare Nora per qualche giorno a New York, dove ora lei vive con il marito americano Arthur. In quei giorni si interrogheranno sul destino, sull’amore e sulle scelte che determinano la nostra vita. Parte da qui Past Lives, toccante esordio alla regia cinematografica della drammaturga Celine Song con protagonisti Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro, fresco di una doppia nomination agli Oscar (Miglior film, Miglior sceneggiatura originale), che dopo aver raccolto elogi tra il Sundance Film Festival 2024 e la Festa del Cinema di Roma verrà distribuito in sala da Lucky Red il 14 febbraio, il giorno di San Valentino.

Teo Yoo, Greta Lee e John Magaro nella scena d'apertura di Past Lives
Teo Yoo, Greta Lee e John Magaro nella scena d’apertura di Past Lives

Una scelta tutt’altro che casuale. Al suo esordio cinematografico, infatti, la Song scava nelle memorie del suo passato raccontando con visione precisa e profondità emozionale le ragioni di un amore talmente forte e struggente da trascendere la matrice autobiografica per porsi a verità viscerale e universale della natura umana. Un’opera che incanta, Past Lives, a partire dalla sequenza d’apertura. Un totale rigoroso e geometricamente solido dei tre protagonisti ad un pub – Nora (Lee) Hae Sung (Yoo) e Arthur (Magaro) – progressivamente addolcito da una zoomata sempre più morbida, fino ad arrivare al primo piano di Greta Lee che guarda in camera con una potenza e intensità di sguardo tale da non poter non rievocare nella memoria dei cinefili gli occhi malinconici di Harriet Andersson in Monica e il Desiderio di Ingmar Bergman.

Una scena del film
Una scena del film

Di questa scena la Song ha dichiarato: «In quel pub stava accadendo qualcosa di straordinario che mi ha davvero colpito, e penso che quello sia stato davvero l’inizio del motivo per cui volevo fare questo film». Non a caso è la pietra narrativa dell’intero racconto: Past Lives apre e chiude in quel punto, e con esso cambia radicalmente la percezione che lo spettatore ha di quel preciso momento. Nel mezzo la storia di una di quelle amicizie d’amore fatte di complicità, aderenza e spontaneità che chiunque, almeno una volta nella vita, ha vissuto, in un incrocio di digressioni temporali (le vite passate del titolo nda) intessuto di immagini dalla costruzione ricercata e ribaltamenti dei topos del cinema sentimentale, che è scoperta del mondo – e di sé stessi – attraverso l’altro. La vita insomma.

Past Lives: La consacrazione di Greta Lee
Past Lives: La consacrazione di Greta Lee

E poi c’è il destino – e con esso la magia dell’In Yun e dei suoi ottomila strati – che decide di intromettersi con le sue regole nelle reciproche assenze, nelle occasioni mancate-e-acciuffate e nel tempismo che a volte, come un metronomo impazzito, detta i tempi e agisce per conto suo, lasciando agli individui poi il compito di doverci fare i conti. Così è in Past Lives e così è per Nora e Hae Sung e il loro rincorrersi, sfiorarsi, ritrovarsi, perdersi e ritrovarsi ancora nel caso chirurgicamente calcolato dallo script della Song che sa restituire pienamente tutti i sospiri, le gioie, i dolori ma soprattutto le attese del contemporaneo relazionale fatte di richieste d’amicizia, mail scritte di getto ma mai inviate, notifiche improvvise e videochiamate che provano a ridurre le siderali distanze geografiche ma non quelle emotive.

Greta Lee e Teo Yoo in un momento di Past Lives
Greta Lee e Teo Yoo in un momento del film

Ma soprattutto, Past Lives ci restituisce un grande insegnamento. Ogni persona finisce con il recitare un ruolo specifico e ben definito nella vita degli altri. Per Hae Sung, ad esempio, Nora è «Quella che se ne va». Per Arthur, più semplicemente, «Quella che resta». Più di tutto però, c’è lei: Nora. Con i suoi sogni, le sue aspirazioni, i suoi desideri e obiettivi, e una vita intera in cui riuscire a far quadrare tutto nel migliore dei modi possibile, come tutti noi del resto. Un instant-cult. Un piccolo-ma-grande film destinato ad entrare nel cuore degli spettatori di tutto il mondo.

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