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Normal People o di come l’impresa eccezionale è essere normali

Un coming of age su cosa significhi crescere e sul costo emotivo che comporta. Imperdibile

normal people
Un'illustrazione di Henn Kim

MILANO – Guardando Normal People potreste finire a parlare con lo schermo nella speranza che i protagonisti vi ascoltino. Tranquilli, non significa che siete impazziti ma che Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald – rispettivamente registi dei primi e degli ultimi sei episodi – sono riusciti a catturare l’essenza del romanzo di Sally Rooney trasformandola in immagini e finendo per farvi empatizzare con Marianne (Daisy Edgar-Jones) e Connell (Paul Mescal, qui al suo incredibile debutto). Intelligente, solitaria e insicura ragazza di buona (quanto assente) famiglia lei, acuto, esitante e premuroso ragazzo di ceto basso lui.

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Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal sono Marianne e Connell in Normal People

La serie – disponibile dal 16 luglio su StarzPlay – segue la loro relazione fatta di unioni e allontanamenti dagli anni del liceo fino al collage mostrando l’evoluzione del loro rapporto e quella dei due come individui. Una storia d’amore contemporanea – non a caso la Rooney è stata definita la “Salinger della Generazione Snapchat” -, profondamente ancorata al nostro presente, fatta di messaggi e videochiamate, Erasmus e feste universitarie. Ma Normal People nel raccontare la relazione di Connell e Marianne inserisce anche una serie di temi complessi e presenti. Dalla disuguaglianza economica all’ansia sociale, dalla violenza domestica alla depressione fino all’importanza del consenso sessuale (mentre I May Destroy You racconta della sua assenza).

Connell e Marianne

Perché Normal People è il racconto intimo e commovente nella vita di due giovani ragazzi mostrato anche attraverso il sesso. Dalla perdita della verginità di Marianne – messa in scena con tatto e intelligenza anche nel mostrare un approccio maschile premuroso e rispettoso – a mezzo di comunicazione per i protagonisti che attraverso l’intimità finiscono per scoprire loro stessi tra baci impacciati, desiderio e onestà. Scene esplicite ma mai gratuite o volgari perché parte integrante del racconto che rivoluziona il modo di mostrare il sesso sul piccolo (ma anche sul grande) schermo. Un regalo, specialmente per gli spettatori più giovani i cui modelli di rappresentazione sessuale in tv sono Euphoria o Sex Education.

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Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal in una scena della serie

Lenny Abrahamson, Hettie Macdonald e tutto il team produttivo – già confermato per la produzione dell’adattamento tv di Conversation with Friends, il romanzo d’esordio dell’autrice – hanno saputo tradurre la scrittura della Rooney, anche co-sceneggiatrice della serie insieme a Alice Birch (Succession) e Mark O’Rowe (Broken), in primi piani strettissimi, dettagli e macchina a mano che segue da dietro le azioni di Connell e Marianne riuscendo a riprodurre l’atmosfera quasi confidenziale del romanzo. Normal People ha occhi solo per i suoi due protagonisti come, del resto, Connell e Marianne hanno occhi solo l’uno per l’altra. Una fotografia a fuoco sull’adolescenza e i dubbi, dolori e gioie della crescita che non ha paura di mostrare la potenza della tenerezza o il volto della vulnerabilità.

Illustrazione di Mark Chester Harding

Il merito è anche di Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, una coppia di attori straordinaria nell’incarnare le emozioni dei loro personaggi, verbalmente e fisicamente. Normal People – e la sua colonna sonora strepitosa con pezzi come Only You degli Yazoo o la versione di Nerina Pallot di Love Will Tear Us Apart – finirà per farvi innamorare di Connell e Marianne, dei loro errori e debolezze, del coraggio di mettersi a nudo davanti un’altra persona, della totale assenza di cinismo delle loro azioni. Il tutto mentre la serie – tra le produzioni migliori che vedrete quest’anno – è diventata un vero fenomeno pop, tra parodie per una buona causa, account Instagram dedicati – su tutti il genio di Connell’s Chain – e crossover con Fleabag.

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Illustrazione The Little Studio

Un (doppio) coming of age su cosa significhi crescere e sul costo emotivo che questa crescita comporta. Guardando la serie – grazie anche alla struttura ellittica della narrazione – si ha quasi l’impressione di assistere ad un lungo ricordo fatto di coni gelato, tazze di tè, baci, giri in bicicletta, incomprensioni e tuffi in piscina. «Lui le ha portato in regalo la bontà e adesso le appartiene» recita una frase del romanzo. E tra queste parole è racchiuso tutto il cuore di Normal People. Perché diventare adulti, imparare ad amare e ad amarsi passa anche attraverso i legami che costruiamo. Significa diventare persone normali.

Qui potete vedere il trailer di Normal People:

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