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I May Destroy You. O del perché dovreste tutti vedere la serie di Michaela Coel

La serie, basata sull’esperienza della sua creatrice, racconta il trauma della violenza senza stereotipi

I May Destroy You
Michaela Coel

MILANO – Che Michaela Coel fosse un talento ce ne eravamo già accorti in tempi non sospetti. Più precisamente quando, tra le tante serie presenti nel catalogo Netflix, scovammo Chewing Gum e la sua protagonista, Tracey Gordon, giovane impiegata in un piccolo negozio di alimentari di Tower Hamlets, sobborgo a est di Londra, determinata a scrollarsi di dosso le rigide regole religiose impose dalla madre, esplorare il mondo intorno a lei e, sopratutto, perdere la verginità. Una commedia grottesca con punte cringe. Dopo quell’esperienza la Coel è tornata sul piccolo schermo con una serie creata per BBC One e HBO finalmente disponibile su Sky e NOW, I May Destroy You, che le è valsa diversi premi e nomination, compresi BAFTA ed Emmy.

 I May Destroy You
Una scena di I May Destroy You

Protagonista, sceneggiatrice, produttrice esecutiva e co-regista – insieme a Sam Miller (Fortitude, Daredevil) – dei dodici episodi che compongono I May Destroy You, Michaela Coel ha confessato che l’ispirazione per la serie è nata dopo essere stata aggredita sessualmente durante la stesura della sceneggiatura della seconda stagione di Chewing Gum. Già perché protagonista dello show è Arabella, star di Twitter con un fidanzato italiano (trafficante di droga di Ostia) e icona generazionale grazie al suo libro Chronicles of a Fed-Up Millennial che, procrastinando la consegna del suo secondo romanzo, decide di raggiungere gli amici in un pub di Londra. Fin qui (quasi) tutto nella norma, direte voi…

 I May Destroy You
Una scena della serie

Peccato che la mattina seguente Arabella, con una ferita sulla fronte e lo schermo del telefono distrutto, non ricordi nulla degli eventi della notte precedente. Da questo momento parte una ricostruzione a ritroso in cui Arabella verrà aiutata dai suoi amici Terry (Weruche Opia) e Kwame (Paapa Essiedu) a scoprire cosa le è accaduto. Una serie che parla di violenza, della cultura (assente) del consenso, della giustizia che pende sempre e solo da un lato (del colore della pelle e del gender) e della vita dei millennials con un approccio coraggioso che non tralascia una buona dose di black humor e spazza via gli stereotipi.

Michaela Coel è Arabella

I May Destry You parla di distruzione (emotiva) sì, ma anche di rinascita e sopravvivenza. Un racconto catartico per la sua autrice/protagonista ma anche per tutti gli spettatori che si sono trovati nella sua identica situazione. «La serie gira attorno a quel momento in cui ti è stato rubato il consenso e hai perso il potere di prendere una decisione. Puntarsi il dito contro e incolpare se stessi è la cosa più inutile», ha dichiarato la Coel alla BBC, «Dobbiamo essere più gentili con noi stessi e perdonarci per i momenti in cui non abbiamo detto “No” abbastanza forte».

Qui potete vedere il trailer di I May Destry You:

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