ROMA – Potere della cultura pop: ci sono molte storie che una volta viste ci entrano dentro e sono in grado di toccare corde profonde – e a volte sconosciute – del nostro vissuto, come se ci conoscessero, come se sapessero davvero chi siamo. Una di queste? Nessun dubbio: This Is Us, saga familiare ideata da Dan Fogelman che ruota attorno alla storia della famiglia Pearson, un nucleo della piccola borghesia americana composta da padre, madre e tre figli. Era il 20 settembre 2016 quando il pubblico (solo americano, inizialmente) conobbe per la prima volta i membri della famiglia Pearson e sono passati precisamente sette anni da quell’incontro. Quella famiglia, raccontata nel corso dei decenni, ha poi fatto commuovere e appassionare milioni di persone in giro per il mondo grazie ad una storia che appartiene a tutti e che ha anche prodotto remake (come quello italiano, Noi con Aurora Ruffino).
È il racconto – This Is Us – di come i Pearson sono diventati una famiglia, di come hanno affrontato le avversità e hanno cercato la felicità, ognuno a modo proprio, senza mai abbandonarsi e abbandonarci. Siamo noi, o meglio, una versione positiva e ottimistica di ciò che ognuno di noi potrebbe e vorrebbe essere. Merito di una struttura narrativa perfetta e di un cast incredibile che va da Milo Ventimiglia a Mandy Moore, da Justin Hartley a Chrissy Metz e Sterling K. Brown, passando per Susan Kalechi Watson, Chris Sullivan e Jon Huertas, senza dimenticare i giovanissimi e talentuosi attori che interpretano i personaggi nell’infanzia e adolescenza. Un gruppo in cui gli attori non sono semplicemente affiatati ma complici.
Nessuno è nell’ombra perché l’interpretazione di uno è funzionale all’elevazione dell’altro in un incastro perfetto di dialoghi, momenti tragici e comicità inattesa con una sovrapposizione continua di piani temporali che dà ritmo al racconto. Nell’arco delle sei stagioni (che ritrovate su Prime Video e su Disney+ in flat), This Is Us ha insegnato al pubblico molte cose: che piangere a volte fa bene, che c’è sempre un modo per affrontare le avversità e spesso ha a che fare con gli affetti. Ci ha ricordato che la famiglia non è solo quella di sangue, ma quella che si sceglie ogni giorno con le persone che restano (e sono) al tuo fianco, ci ha ricordato che i valori sono importanti e che il passato va ricordato ma non deve essere una prigione, ci ha fatto riflettere sull’amore e sull’importanza di esserci, darsi tempo e spazio, sostenendosi l’un l’altro.
Tutto questo senza dimenticare temi come la diversità, l’integrazione e l’auto-accettazione. Quattro adattamenti internazionali – in Turchia, Olanda, Francia e Italia – un numero inquantificabile di lacrime e la certezza che This Is Us abbia insegnato qualcosa al pubblico ma anche all’Industria, dimostrando che i personaggi e la scrittura sono sempre la forza motrice di una grande storia. Quindi torniamo alla domanda: sette anni dopo e ad un anno dalla conclusione dell’ultima stagione, cosa resta? Forse l’insegnamento più grande, imparare ad affrontare le sfide della vita ovvero tentare di prendere i limoni più aspri e trasformarli in qualcosa che somigli a una limonata. D’altra parte, come ricorda William nell’ultima puntata: «Se qualcosa ti rende triste quando finisce vuol dire che deve essere stata davvero meravigliosa da vivere». E per tutto il resto comunque ci sono i rewatch…
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