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Mauro Mancini: «Non odiare, il mio viaggio e quell’SMS di Alessandro Gassmann»

In attesa dell’arrivo del film, a Venezia e poi al cinema, il regista racconta la scelta dell’attore

Mauro Mancini sul set di Non odiare. Foto di Massimo Tommasini.

MILANO – Ve lo avevamo già scritto qualche settimana fa in un altro articolo (lo trovate qui): per noi di Hot Corn il suo Non odiare è già da ora tra i 10 titoli più attesi di questa Mostra di Venezia, dove lo vedremo all’interno della Settimana della critica prima di arrivare poi al cinema il 10 settembre. Così, nell’attesa, abbiamo chiesto al regista Mauro Mancini, qui al suo debutto, di raccontarci qualcosa in anteprima, magari partendo proprio dalla scelta di Alessandro Gassmann per interpretare il protagonista, il medico Simone Segre. «Allora, spesso, durante la stesura del copione», ci rivela Mancini, «mi ero ritrovato ad immaginare il personaggio di Simone Segre proprio con le fattezze di Alessandro Gassmann. Mi piaceva l’idea di rompere lo stereotipo cinematografico dell’ebreo alto, magro e con il naso adunco. Le raffinate doti attoriali di Alessandro e la sua presenza scenica imponente erano perfette anche per questo scopo».

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Alessandro Gassmann e Mauro Mancini sul set di Non Odiare

LA SCENEGGIATURA – «Dopo aver letto la sceneggiatura di Non odiare, Alessandro mi mandò un SMS molto bello in cui, tra le altre cose, mi diceva di volermi incontrare. Quando ci vedemmo per la prima volta, in un bar del centro, a Roma, la prima cosa che mi disse fu: “Il tuo è un film necessario. Ho amato molto la sceneggiatura, ci sono pochissime parole. Fammi parlare ancora meno, se possibile”. Fu amore a prima vista. Quello che mi interessa è proprio cercare di usare meno parole possibili».

Pausa sul set: Mancini tra Gassmann e Sara Serraiocco.

L’OBIETTIVO – «L’obiettivo del film? Quello di trasmettere un sentimento, un’emozione con la messa in scena, con la luce, con un movimento di macchina o un’inquadratura specifica. Per questo, quello che abbiamo fatto fin dalla prima stesura è stato un lavoro di asciuttezza verbale, cercando di spostare il peso di ogni scena sempre sul livello visivo».

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In azione: Mancini sul set di Non odiare.

LA RECITAZIONE – «Il personaggio di Alessandro in particolare, e in generale anche gli altri, sono isole. Non si confrontano. Ruggiscono in modo afono. Le loro richieste di aiuto sono mute nei confronti del mondo. Volevo che ciò che i personaggi non si dicono fosse più importante di ciò che si dicono. Volevo che la grammatica fondante del film fosse rappresentata dai silenzi, dagli sguardi, dalle pause tra una battuta e l’altra, dai pensieri segreti dei protagonisti. Quello sulla recitazione è stato un lavoro di sottrazione totale per rendere tangibili i non detti, i piccoli particolari che rendono i personaggi reali. Alessandro in questo è si è superato. Questo ruolo, rispetto a quelli in cui siamo abituati a vederlo più spesso, credo che fosse anche per lui una scommessa molto interessante e che, senza dubbio alcuno, ha vinto».

  • Qui il trailer di Non odiare:

 

 

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