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Materazi Future Club: «Il calcio nella nostra musica, tra Gattuso, De Rossi e Shaolin Soccer…»

Una band mescola voci e suoni, calcio e musica, rumorismo e cinema. Il risultato? Folgorante

I ragazzi sono in giro: i Materazi Future Club.

MILANO – La voce di Gattuso e quella di De Rossi, un tappeto di musica elettronica e i rumori delle telecronache, tra rumorismo e noise, racconti e epica. Cosa potrebbe succedere se 90° Minuto improvvisamente si scontrasse con un camion post-punk? Facile: nascono i Materazi Future Club, trio milanese che ha appena pubblicato un disco, Formazione titolare, in cui in dodici canzoni raccontano giocatori come Gattuso e Cassano, De Rossi e Ronaldo, Pepito Rossi e Eriberto, ma usando le voci di calciatori e giornalisti (ma si sente anche Carlo Verdone sulla canzone di Zeman), estrapolate da cronache dell’epoca. Il risultato? Un’esperienza folgorante, dissonante e totale che ovviamente non poteva mancare nella nostra rubrica Hot Corn Football Club.

Materazi Future Club.
Quei burloni dei Materazi Future Club.

IL PROGETTO – «Come nascono i Materazi Future Club? In una stanza a Milano, in camera di Riccardo per essere precisi. Noi tre, Riccardo, Marco ed Edoardo, eravamo coinquilini e, banalmente, un giorno ci è venuta un’idea: fare un gruppo punk con Materazzi nel nome. Poi, in modo molto naturale sono venuti fuori i primi pezzi, post-punk con un po’ di dance, quasi come se fossimo tornati nel 2007. Pensando poi a come fare i testi ci siamo resi conto di quanto ci fosse già tantissimo romanticismo nelle parole di calciatori, commentatori e giornalisti sportivi. Quando poi abbiamo unito tutto e abbiamo sentito come suonava, abbiamo capito essere la giusta strada…»

I CALCIATORI – «Come abbiamo scelto i giocatori a cui dedicare le canzoni? Abbiamo escluso a priori personaggi molto pop del mondo del calcio, dato che di loro si è già parlato tanto. La nostra idea era quella di raccontare calciatori meno conosciuti per incuriosire chi non li conosce e gasare chi invece li conosce già. Si tratta di personaggi che hanno giocato durante la nostra adolescenza, un momento in cui c’è stato un maggiore coinvolgimento con il mondo del calcio, quando forse era la cosa che contava di più…».

Una scena di Shaolin Soccer, il cult dei Materazi Future Club.

IL CINEMA  – «Pensiamo ci sia sempre stato un problema nel raccontare il calcio attraverso i film: la veridicità delle scene. Spesso sono imbarazzanti, dato che non hanno la naturalezza di una vera partita e si vede che stanno seguendo un copione. Il film che più abbiamo amato che parla di calcio è paradossalmente Shaolin Soccer, ovvero quando il calcio diventa fantascientifico. Allora sì il cinema riesce a rendergli giustizia, aggiungendo qualcosa in più, qualcosa di diverso. Poi ci è piaciuto Il mio amico Eric di Ken Loach e c’è una passione viscerale per Fuga per la vittoria, una tamarrata atomica in cui si uniscono tematiche distantissime mettendole insieme per fare un piccolo capolavoro. Menzione d’onore a Febbre a 90°, il cui autore (Nick Hornby potrebbe tranquillamente essere un nostro fan…».

LA DIFFICOLTÀ – «La difficoltà maggiore nel mescolare le tracce musicali con il parlato sta nel trovare gli audio. Abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca. Essendo noi della generazione di YouTube sapevamo dove andare a prendere i file vocali, il problema però è stato nel trovarli con una buona qualità e senza musica. Va detto che se la base musicale ti piace, poi inserirci gli audio vocali richiede soltanto scegliere dove inserirli e come fare a rendere la narrazione coerente e con un senso logico. Un giocatore a cui vorremmo dedicare una canzone? Domanda difficile. Ci sono giocatori che meriterebbero un pezzo, ma non vogliamo dire chi perché ci piace l’effetto sorpresa. Il bello di questo progetto è stupire…».

Alcune delle (belle) copertine dei Materazi Future Club.

I RIFERIMENTI – «I nostri riferimenti musicali sono legati alla nostra adolescenza. Siamo tutti e tre nati tra il 1990 e il 1992 e c’è stato un periodo in cui molti gruppi hanno unito musica dance all’indie rock. Qualche nome? Klaxons, Late of the Pier, Does It offend You, Yeah?, Bloc Party e tanti altri. Il mondo della nu-rave, chiamato così ai tempi, ci aveva colpiti tanto, dischi come We Are The Night dei Chemical Brothers, dove univano batterie e bassi acustici a synth potentissimi, era qualcosa di cui non sapevamo di aver bisogno.

NOI & MAX – «Max Collini? Lo abbiamo contattato attraverso la nostra etichetta, la Woodworm, mandandogli il testo del brano e la base, dicendogli che pensavamo che solamente lui potesse raccontare la storia di Luciano. Max, essendo fan del calcio e di questa storia con la doppia identità tra Luciano e Eriberto, si è gasato e ci ha detto di volerlo fare. Per noi è stata un’emozione indescrivibile dato che i suoi Offlaga Disco Pax è stato un progetto che ci ha formati e che amiamo tantissimo. E poi va detto che in qualche modo è stato una fonte di ispirazione per i nostri brani: basi su cui si muovono parole parlate, senza il bisogno di cantarle…».

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