in

Tra Luca Marinelli e Jack London | Martin Eden? Il cinema italiano al suo meglio

Pietro Marcello porta in Concorso al Lido la trasposizione di un classico della letteratura del Novecento

VENEZIA – «Audace». Così si definisce il Martin Eden di Luca Marinelli. Un pescatore dagli occhi azzurri attraverso cui decide di raccontare il mondo che lo circonda. Pietro Marcello porta in Concorso alla Mostra di Venezia la sua personale versione della storia scritta all’inizio del Novecento da Jack London. La storia di un giovane uomo che, spinto dall’amore per una ragazza borghese, decide di diventare scrittore. Un percorso difficile, da autodidatta, fatto di sacrifici e umiliazioni, rinunce e rifiuti.

Luca Marinelli è Martin Eden

Spostando l’ambientazione da San Francisco, scelta da London come sfondo per il suo romanzo, a una Napoli di inizio secolo, ecco che la storia di Martin Eden diventa anche quella di un’Italia in bianco e nero in cui l’individualismo del suo protagonista si scontra con la nascita del socialismo e della lotta di classe. Così come Bella e Perduta raccontava il nostro Paese attraverso il viaggio di Pulcinella e del bufalo Sarchiapone, qui Pietro Marcello vede nella realtà in cui è immerso il suo Martin un esplicito parallelo con l’attualità politica.

Una scena del film di Pietro Marcello

«Chi costruisce prigioni si esprime meno bene di chi costruisce la libertà». Parole scritte da Stig Dagerman e ripetute dal pescatore intellettuale che incarna il profilo dell’artista deciso ad ottenere un riconoscimento del proprio valore e che, una volta ottenuto, ne perde coscienza. La sceneggiatura di Marcello scritta a quattro mani con Maurizio Braucci (La paranza dei bambini) si muove attraverso il carteggio tra Martin e la sua amata Elena (Jessica Cressy) che segna le tappe di un’evoluzione affettiva e artistica che si tramuta, però, in distanza, nell’incomunicabilità di due realtà opposte.

Luca Marinelli e Jessica Cressy in una scena di Martin Eden

È un film denso Martin Eden. E prezioso come lo sguardo di Pietro Marcello che unisce filmati di repertorio di un’Italia passata alla pellicola scelta per filmare il viaggio di un umile pescatore che vuole elevarsi dal suo status per inseguire un’ambizione. In una Napoli a tratti onirica, quel giovane audace raggiungendo il suo obiettivo perderà la sua fiamma interiore lasciando il posto ad un uomo disincantato. Luca Marinelli ne incarna desideri e delusioni, ostinazione e rabbia guidato da una regia fatta di frammenti che guarda al documentario come alla pittura. Un cinema d’autore capace di veicolare il suo messaggio abbracciando il pubblico tutto senza mai tradire la sua unicità.

  • Da Martin Eden al Joker di Joaquin Phoenix | I magnifici 10 di Venezia76
  • Netflix a Venezia 76 riapre la polemica: Il cinema è solo quello in sala?

Qui potete vedere il trailer di Martin Eden:

Lascia un Commento

Se scappi, ti sposo vent’anni dopo e quei due strani amici: Julia Roberts e Richard Gere

TV COLUMN | Eliza Graves, il cinema gotico e l’eredità di Edgar Allan Poe