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Linee Parallele | Lili Reinhart e uno Sliding Doors millennial non troppo riuscito

La storia la conosciamo, ma il film di Wanuri Kahiu non convince fino alla fine. Disponibile su Netflix.

linee parallele
Due scelte, due vite: Linee Parallele

MILANO – Se c’è una domanda che accomuna pressoché tutti, è quella in cui ci si chiede cosa sarebbe successo se si fossero prese decisioni diverse nella propria vita. Sia piccole che grandi, come sarebbero andate le cose? Ed è una domanda talmente esistenziale che il grande e piccolo schermo ne sono stati affascinati a più riprese: d’altronde, cosa meglio di un film può indagare e mostrare le diverse strade della vita? Così, dopo il celebre Sliding Doors con protagonista Gwyneth Paltrow e la serie Ordinary Joe, Netflix prova a dare il suo twist all’argomento. Ecco allora che arriva in streaming Linee Parallele, film con protagonista Lili Reinhart diretto da Wanuri Kahiu.

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Dove tutto comincia: Lili Reinhart è Natalie in Linee Parallele

Se la vita di Gwyneth Paltrow cambiava per un’inezia, come perdere un treno invece che prenderlo, quella di Natalie, la protagonista, deve affrontare un cambiamento molto più importante. All’ultimo anno del liceo, poco dopo gli esami finali, la ragazza decide di avere un rapporto con il suo migliore amico. Dovrebbe essere una notte senza alcun pensiero, un modo per salutare gli anni liceali, eppure Natalie si ritrova ad una festa, chiusa in un bagno a fare un test di gravidanza. Positivo o negativo? Come si può intuire, la risposta è entrambi. In due linee temporali parallele, vediamo come la vita di Natalie prosegue in balia degli eventi.

Natalie in una delle due vite di Linee Parallele

Come in Sliding Doors segnate da un diverso taglio di capelli della protagonista, in una Natalie continua il suo piano di cinque anni per raggiungere il successo trasferendosi a Los Angeles e diventando assistente in una delle più grandi case di animazione digitale della città. Nell’altra, invece, la ragazza diventa madre a soli 22 anni, ritorna a casa dei genitori e inizia una nuova vita in cui l’animazione rimane solo un sogno che coltiva la sera, dopo che la piccola va a dormire. Senza entrare troppo nel dettaglio di una o dell’altra, Linee Parallele riesce per buona parte del tempo a reggere le due storie senza troppi errori.

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Una scena di Linee Parallele

Anche se la linea che segue la Natalie senza una figlia sembra molto più realistica della sua parallela, avvolta invece in una sorta di fantasia, entrambe si sviluppano con tutti i dubbi e gli ostacoli del caso. I rimpianti, i sogni, le avversità, la paura di non essere abbastanza: Linee Parallele è, tutto sommato, un’accurata descrizione dell’ambizione e dello slancio di essere ventenni e avere tutto il tempo per realizzare i propri obiettivi. E su tutto, qualsiasi sia la situazione in cui si ritrova, Lili Reinhart – reduce dall’ultima stagione di Riverdale – riesce ad essere autentica e sincera in ogni sua mossa, in ogni sua espressione.

Natalie nell’altra vita di Linee Parallele

Una storia duplice come quella di Linee Parallele chiama sicuramente un punto in cui si tirano le fila e le due Natalie, in qualche modo, si ricongiungono. Così ci ritroviamo esattamente dove tutto è iniziato, quel bagno dove la vita ha preso idealmente due strade diverse, con però un unico problema. Per un film che ha raccontato due vite della stessa persona, portando la sua protagonista a realizzazioni diverse su sé stessa e sul mondo, il finale che sceglie è fin troppo semplice e anti-climatico per soddisfare davvero chi ha seguito la storia. Il film si lascia guardare con tutta la leggerezza del caso, ma non riesce a raggiungere quel mordente per dire veramente qualcosa.

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Qui il trailer di Linee Parallele:

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