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L’assedio di Silverton | Il Sudafrica, l’MK e la storia vera dietro al film

Il film racconta della rapina alla Volksas Bank di Silverton che fece la storia (dimenticata) del Sudafrica

L'assedio di Silverton. La storia vera dietro al film Netflix
L'assedio di Silverton. La storia vera dietro al film Netflix

MILANO – Dopo il fallimento di una missione di sabotaggio, Sechaba (Tumisho Masha), Mbali (Noxolo Dlamini) e Aldo (Stefan Erasmus), tre combattenti contro l’apartheid, finiscono in una difficile situazione con ostaggi in una banca. Questa la sinossi che potete trovare su Netflix nella scheda relativa a L’assedio di Silverton (Silverton Siege), opera seconda del regista sudafricano Mandla Dube con nel Arnold Vosloo, tratta da una storia vera decisamente particolare e di grande importanza per la rinascita e la voglia di libertà del Sudafrica.

Tumisho Masha, Noxolo Dlamini e Stefan Erasmus in una scena de L'assedio di Silverton
Tumisho Masha, Noxolo Dlamini e Stefan Erasmus in una scena de L’assedio di Silverton

Prima ancora de L’assedio di Silverton però bisogna tornare indietro sin negli Anni Sessanta sudafricani quando, nel 1960, a seguito del Massacro di Sharpeville, l’ANC – African National Congress fondò un’ala militare di difesa che andasse oltre la semplice protesta non violenta nota come MKUmkhonto we Sizwe (Lancia della Nazione). Una branca della ANC nata per un preciso scopo come riportato da uno dei suoi fondatori, Nelson Mandela, in uno stralcio del discorso I am prepared to die/Sono pronto a morire: «Nella vita di ogni nazione c’è un momento in cui rimangono soltanto due alternative: sottomettersi o lottare. Ora in Sudafrica è giunto quel momento. Non ci sottometteremo e non abbiamo altra scelta che rispondere ai soprusi con tutti i mezzi di cui disponiamo per difendere la nostra gente, il nostro futuro, la nostra libertà».

Tumisho Masha in una scena de L’assedio di Silverton

Vent’anni dopo, il 25 gennaio 1980, tre combattenti del MK – Stephen Mafoko, Humphrey Makhubo e Wilfred Madela – erano in viaggio per compiere una missione di sabotaggio opportunamente orchestrata dal MK e pianificata in dei depositi di benzina di Watloo, vicino a Mamelodi. Durante il viaggio realizzarono di essere pedinati dalla Polizia. Nel tentativo di seminarli, i tre si rifugiarono in una filiale della Volksas Bank di Silverton (da cui appunto L’assedio di Silverton). Qui presero in ostaggio venticinque civili avanzando una serie di richieste alle forze dell’ordine tra cui un incontro con il Presidente Vorster, il rilascio di Mandela e di un uomo chiamato Mange, oltre a 100.000 Krugerrand in contanti e un aereo per portarli a Maputo.

Tumisho Masha, Noxolo Dlamini e Stefan Erasmus in una scena de L'assedio di Silverton
Tumisho Masha, Noxolo Dlamini e Stefan Erasmus in una scena de L’assedio di Silverton

Dopo un breve negoziato un’unità di polizia prese d’assalto la banca dando vita ad una sparatoria in cui i tre uomini e due civili (Valerie Anderson e Anna de Klerk) restarono uccisi, decine i feriti. Evento storico poco celebrato ma opportunamente ricordato da L’assedio di Silverton su cui il regista Dube ha detto al riguardo: «È senz’altro il film più forte che ho realizzato finora. La speranza è che i registi africani abbiano maggiori opportunità di decolonizzare la narrativa di chi siamo. Spero che i giovani di oggi possano trarre ispirazione dai tre protagonisti. Spero sappiano, soprattutto, che hanno il potere di cambiare lo status quo, perché le loro storie contano».

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Qui sotto potete vedere il trailer de L’assedio di Silverton:

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