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La verità secondo Maureen K. | Isabelle Huppert, la sindacalista e quel cinema che rivela

Tratto da La Syndicaliste di Caroline Michele-Aguirre, la pellicola narra un’incredibile storia vera

La verità secondo Maureen K.
Isabelle Huppert in una scena de La verità secondo Maureen K.

MILANO – L’agghiacciante caso di cronaca di Maureen Kearney è alla base del film del cineasta francese Jean-Paul Salomé – La verità secondo Maureen K. – che qui ritrova Isabelle Huppert e le fa vestire i panni di una sindacalista, in una storia tratta dal libro inchiesta di Caroline Michele-Aguirre (La Syndicaliste) tutto dedicato alle indagini sul caso della Kearney. Chi era? Irlandese, ma francese di adozione, faceva parte della Confederazione francese democratica del lavoro e dell’European Works Council. Nel 2011, all’epoca dei fatti, lavorava in difesa dei diritti dei lavoratori della multinazionale del nucleare Areva, ovvero una delle più importanti costruttrici di centrali e reattori a livello internazionale, nonché grande risorsa strategica per la Francia.

La Verità Secondo Maureen K. di Jean-Paul Salomé, al cinema dal 21 settembre
Una scena de La Verità Secondo Maureen K. di Jean-Paul Salomé.

In La verità secondo Maureen K. troviamo la protagonista alle prese con un debito difficile da arginare per la società, proprio mentre viene a mancare il supporto della CEO Anne Lauvergeon sostituita dal numero due Luc Oursel a margine delle elezioni del Presidente Hollande. Le tensioni tra Maureen e il nuovo capo la portano a scoprire accordi poco chiari per la costruzione di nuove centrali nucleari in tutto il mondo, tra l’EDF – la più grande azienda fornitrice di energia nucleare al mondo – e la Cina. Una volta denunciata la cosa, il telefono di Maureen Kearney inizia a squillare, ma non c’è nessuno all’altro capo. Seguono minacce velate, pedinamenti e infine l’atto di violenza puro: la sindacalista viene violentata all’interno della sua abitazione.

Il film è tratto da La Syndicaliste di Caroline Michele-Aguirre
Il film è tratto da La Syndicaliste di Caroline Michele-Aguirre

In una prima battuta la pellicola di Salomé è un thriller politico da manuale che affonda le sue radici nella realtà del fronte economico e politico più imponente della società francese: il nucleare. La tensione cresce e Salomé la affronta con un rigore registico quasi da compito, ma molto si deve al volto glaciale della bravissima (c’è ancora bisogno di dirlo?) Isabelle Huppert. Ma La verità secondo Maureen K. contiene due anime nello stesso film e infatti poi si trasforma in una brutale indagine sui giochi di potere e le dinamiche di genere. Il sospetto che Maureen abbia inventato tutto cresce non solo agli occhi della polizia, ma anche di fronte a quelli dello spettatore che viene portato a credere (erroneamente) che la vittima sia in realtà colpevole.

Al centro della scena de La verità secondo Maureen K. una grandissima (come sempre) Isabelle Huppert
Al centro della scena, una grandissima (come sempre) Isabelle Huppert

All’interno del livello filmico c’è la ricostruzione di una sensazione così forte e vera da non farci battere ciglio di fronte all’accusa di aver mentito fatta ai danni di Maureen Kearney, raggiungendo un livello iperrealistico di cui ancora una volta il merito è da imputare tutto a una Huppert il cui volto continua a trasportare la medesima glacialità, dalla prima alla seconda anima del film, riadattandola ad un contesto quanto mai attuale. Jean-Paul Salomé la dirige benissimo nel reggere bene il doppio/triplo livello della narrazione: capitalismo, paura nucleare e violenza di genere. La verità secondo Maureen K. cinema-verità e cinema di denuncia si fondono in un’opera da non lasciarsi sfuggire, quantomai attuale e che apre a importanti riflessioni.

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