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La Storia di Souleymane | Abou Sangare, la Parigi di Boris Lojkine e un film necessario

Quarantotto ore a Parigi nella vita di Souleymane. Quando? Ora al cinema con Academy Two

Rider on the storm: Abou Sangare in una scena di La Storia di Souleymane di Boris Lojkine.

MILANO – Souleymane (Abou Sangare) è un giovane migrante originario della Guinea, senza documenti, che lavora come rider per guadagnarsi da vivere. Pedala per le strade di Parigi, consegnando cibo a domicilio mentre studia per superare il colloquio che gli potrebbe garantire lo status di rifugiato. Il film segue Souleymane nelle 48 ore che precedono questo incontro, mentre affronta clienti scortesi, sfruttatori che gli chiedono il pizzo, imprevisti e autobus che non si fermano ad aspettarlo. Questo è La storia di Souleymane, regia di Boris Lojkine (che abbiamo incontrato qui), presentato a Un Certain Regard di Cannes. È un film che si lega ad una narrazione totalmente europea – che racconta di migranti e sopravvivenza – e mischia la furia di una metropoli che non perdona, alla gig economy dei rider.

Abou Sangare in una scena di La Storia di Souleymane
Abou Sangare in una scena di La Storia di Souleymane

E allora eccoci catapultati nella Parigi filmata da Boris Lojkine, che è energica come un set hollywoodiano, evocando le atmosfere delle città di Martin Scorsese o dei fratelli Safdie, ma qui non c’è nulla di artificiale. Le strade della capitale francese vibrano di una frenesia autentica. Perché pur cercando la magia del cinema, il film non rinuncia mai alla verità, soprattutto con un tema come quello del lavoro dei rider. Souleymane si muove in un vortice di personaggi, alcuni più teneri (pochi) di altri, vivendo una realtà agli antipodi rispetto ad un passato che non rimane del tutto alle spalle, ma fa capolino quando necessario per offrirci uno spaccato incisivo delle condizioni psicologiche a cui sono sottoposti lui e altri nella sua stessa situazione.

Un estratto dalla locandina ufficiale di La Storia di Souleymane di Boris Lojkine dal 10 ottobre al cinema con Academy Two
La Storia di Souleymane, ora al cinema

Più che essere semplicemente La storia di Souleymane, il film racconta la storia di molti. Non c’è tentativo, né tanto meno la volontà, di addolcire la realtà che ci viene presentata: siamo messi di fronte al fatto che è la politica, la società e noi stessi (come parte integrante di questo sistema frenetico), ad aver generato situazioni e creato luoghi di sfruttamento disumani e schiavisti, dove non sembrano esistere soluzioni alternative né ci preoccupiamo di trovarne. Negli occhi intensi di Abou Sangare – pazzesco, premiato a Cannes come miglior attore – c’è lo sguardo tenero e teso di chi si aggrappa alla disperata speranza di una vita migliore. Senza cadere nel sensazionalismo o nella retorica, il film tiene stretto lo spettatore in una morsa emotiva, mantenendo una tensione costante fino all’ultimo minuto, grazie anche a un’atmosfera tagliente resa possibile da un impeccabile lavoro sul suono.

La Storia di Souleymane è stato presentato in concorso a Cannes 77 nella sezione Un Certain Regard
Parigi e il futuro: un altro momento de La Storia di Souleymane

La macchina da presa viaggia veloce come la bici di un rider e, inseguendo Souleymane, lascia gli spettatori impotenti di fronte al peso di un cinema verità che non offre alcun sostegno allo spettatore, ma lo trascina in maniera estenuante fino alla straordinaria sequenza finale del colloquio che si conclude nel silenzio assordante di una realtà che, al contrario, fa tanto rumore. Tematiche attuali per un film che risulta duro, ma profondamente autentico, politico e, soprattutto, necessario. Se potete, non perdetevelo.

  • INTERVISTE | Boris Lojkine racconta La Storia di Souleymane
  • VIDEO | Qui il trailer del film: 

 

 

 

 

 

 

 

 

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