ROMA – Stati Uniti d’America, 1870. Una carovana di mormoni guidata da due allevatori di cavalli si dirige verso lo Utah: la terra promessa. Nel corso del pericoloso viaggio, i membri del gruppo dovranno affrontare un ciarlatano e dentista, il dott. Locksley Hall e le sue accompagnatrici, poi la banda dei fuorilegge Clegg capitanati da Zio Shiloh, in fuga da una rapina, sino ad un’agguerrita tribú di indiani Navajo. Anche di fronte alle difficoltà i viaggianti troveranno nella solidarietà e nello spirito di sacrificio la forza di reagire. Parte da qui La carovana dei mormoni, un film di John Ford del 1950 disponibile su Rarovideo Channel che trovate sia su Prime Video che su The Film Club.
Un’opera certamente minore se rapportata all’immensità del cinema fordiano, La carovana dei mormoni, eppure in linea con la visione consolatoria e romantica del Mito della Frontiera di cui era caratterizzata la filmografia di Ford in quei anni (Sfida infernale, I cavalieri del Nord Ovest, Rio Bravo), e personalissima nel raccontare di un esodo epico, affettuoso e tenero, privo di eroi ma non di carattere. E quindi il viaggio fordiano, ovvero del viaggio come esplicitazione degli archi di trasformazione, su cui adagiare immagini poetiche di un Sogno Americano puro, gentile, musicale e deliberatamente buono in un impianto narrativo semplice e dal ritmo inusuale per un western, che racconta di solidarietà e libertà, violenza scarna e discriminazione, ma anche dell’emergere dei valori del gruppo e della comunità contro l’insorgere di avversità esterne.
Un’impronta, quest’ultima, sottolineata – oltre che dalla spiccata coralità del racconto – dalla scelta di Ford di affidarsi per La carovana dei mormoni a suoi (e non) abituali co-protagonisti come volti principali. E quindi Ward Bond, Ben Johnson, Harry Carey Jr., Joanne Dru, James Arness, Hank Worden, Alan Mowbray e quei Jane Darwell e Russell Simpson resi grandi da Furore. Al punto da essere dichiaratamente uno dei film del cuore dello stesso Ford come da lui affermato in un’intervista a Peter Bogdanovich del 1967: «Insieme a La croce di fuoco e Il sole splende alto, La carovana dei mormoni si è avvicinato più di tutti a quello che volevo ottenere». Non a caso, è di un (quasi) unicum che stiamo parlando in rapporto alla filmografia fordiana.
Ispirato alla spedizione mormone di Hole in the Rock avvenuta sul finire dell’Ottocento americano, La carovana dei mormoni è – esclusa la produzione degli anni Trenta – l’unico film interamente scritto e sceneggiato da Ford (l’altro sarebbe Un uomo tranquillo ma è co-firmato), ma più per necessità che per altro. In origine, infatti, dello script del film se ne sarebbero dovuti occupare Patrick Ford e il fido Frank S. Nugent, ma più si andava avanti con la lavorazione, più Ford intervenne pesantemente sul copione mutandolo radicalmente. Verso la fine delle riprese si dice si fosse rivolto agli sceneggiatori dicendo loro: «Mi è piaciuto il vostro script, ragazzi, in effetti ne ho girato alcune pagine…», e tanto basta per parlarne come di una piccola gemma western tutta da (ri)scoprire.
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