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The English | Il lungo viaggio di Emily Blunt e le strade di un western all’inglese

L’America vista da un’inglese? Sì, ma non solo. Ecco cosa funziona in The English su Paramount +

Lady Cornelia Locke: Emily Blunt in una scena di The English
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MILANO – In origine era una produzione BBC e Amazon Prime Video, ma in Italia arriva su Paramount + e ancora una volta torniamo così a parlare di West e western dopo That Dirty Black Bag, Django, Yellowstone 5 e 1923. Ormai è una tendenza (e ben venga) visto che alla carovana questa volta si aggiunge anche The English, una miniserie – sei episodi tra i quaranta e i cinquanta minuti ciascuno – ambientata nel vecchio West con Emily Blunt nel ruolo della protagonista Lady Cornelia Locke. Quello che da subito cattura l’attenzione però è il nome dello showrunner, Hugo Blick, che nel 2014 aveva già mostrato le sue doti in The Honorable Woman con Maggie Gyllenhaal (e che i più attenti ricorderanno come volto di Joker da giovane nel Batman di Tim Burton) e su Netflix portò un’altra serie potente come Black Earth Rising con Michaela Coel.

Emily Blunt nel ruolo di Cornelia Locke.

Ma di cosa parla The English? Di Lady Cornelia Locke (Emily Blunt), un’aristocratica inglese a caccia del responsabile dell’assassinio di suo figlio. Lui, Eli Whipp (Chaske Spencer), è invece un ex-scout della cavalleria di Pawnee, nativi che già sul finire della Guerra Civile collaborarono con l’esercito degli Stati Uniti, combattendo poi al loro fianco per più di un decennio contro i popoli Sioux e gli Cheyenne delle pianure. L’incontro tra i due personaggi avviene nel 1890, e questo inserisce la serie immediatamente nella categoria del tardo-western, ove all’epica dell’azione prevale quella dell’introspezione. Non solo, alla lotta per sconfiggere il nemico si sostituiscono gli antichi rancori, i sentimenti di vendetta e i tentativi di tenere coesa una società ancora dilaniata da divisioni interne e conflitti striscianti.

The English
Chaske Spencer e Emily Blunt in un’altra scena.

Così, incappati uno nell’altra per puro caso, i due protagonisti si troveranno a viaggiare insieme in un classico itinerario western fatto di insidie inaspettate e confessioni altrettanto sorprendenti, imparando a conoscersi – e riconoscersi – superando i pregiudizi. Il pericolo li avvicina come esseri umani e ogni ostacolo superato insieme accorcia le distanze con destinazione finale la cittadina di Hoxem, nel Wyoming. In quel preciso momento il racconto di The English subisce una svolta e inizia a tirare le fila (la quarta puntata rappresenta sicuramente l’apice della serie), trovando un senso nell’edificio che si va ad erigere sulle fondamenta  costruite in tutta la prima parte.

Un altro momento di The English.

E attenzione – in questa seconda parte – all’interpretazione di Rafe Spall, attore britannico visti in innumerevoli film e serie che finalmente mostra tutto il suo potenziale (e se la serie dovesse andare bene, arriveranno sicuramente premi per lui) grazie ad un personaggio, quello di David Melmont che, quasi come il colonnello Kurtz di Marlon Brando in Apocalypse Now, arriva con la sua profondità e problematicità a monopolizzare lo schermo e la serie, ponendo lo spettatore di fronte al dilemma morale ed estetico tra l’amare il personaggio per il suo carisma ammaliante oppure odiarlo per la sua disumanità (ma su questo non possiamo dirvi molto altro senza rovinarvi la visione, diciamo che Spall vale da solo metà serie).

The English
Un personaggio enorme: Rafe Spall nel ruolo di David Melmont.

Il tentativo del tardo-western – e succede anche qui – è spesso quello di trovare un raccordo e comprendere la continuità tra il mito del West e la società contemporanea, talvolta sottolineandone la portata innovativa, talaltra quella conservativa. In questo, The English non fa sconti: non prova ad addolcire la pillola, ma anzi è piuttosto duro nel mettere in evidenza le sofferenze che hanno accompagnato il percorso di espansione, unificazione e civilizzazione degli Stati Uniti, provando a guardarlo dal punto di vista di chi è stato vittima delle violenze e degli abusi di un individualismo totale alla base di un periodo storico che nella serie viene de-mitizzato, quasi a dirci come sia necessario fare i conti con il passato per poter immaginare un futuro senza più ferite. E così il western, ancora una volta, parla di noi.

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  • VIDEO | Il trailer di The English:

 

 

 

 

 

 

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