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Da Ombre Rosse a Sentieri Selvaggi: ma come (ri)scoprire John Ford in streaming?

La guida di Hot Corn per scoprire l’Omero del West in digitale, tra la Monument Valley e l’orizzonte

John Ford
John Ford

MILANO – C’è qualche cosa di più classico di John Ford? Nella tradizione del cinema statunitense, probabilmente no. Parliamo dell’unico uomo quattro volte premio Oscar per la regia (Il Traditore, Furore, Com’era verde la mia valle e Un uomo tranquillo). Un record con il quale Ford doppia i bottini di colleghi come Billy Wilder e Frank Capra ma anche di acclamati e premiatissimi registi contemporanei, da Steven Spielberg (che lo cita in The Fabelmans) a Miloš Forman. Tutti dietro di lui, il più grande. John Ford naturalmente non si è occupato solo di western – anzi, gli Oscar li ha vinti fuori dal genere – ma dal nostro punto di vista è principalmente in questo ambito che ha assunto le dimensioni del mito, quasi l’Omero del West. Ci sentiamo quindi in dovere di provare a proporvi un percorso nel classico, nella purezza del western, attraverso 5 film da (ri)scoprire in streaming.

Sentieri Selvaggi
Una scena di Sentieri Selvaggi, un John Ford del 1956.

OMBRE ROSSE (1939) – Sette candidature all’Oscar, anche se ne vinse solo due (attore non protagonista per Thomas Mitchell e per il adattamento musicale), ma era il febbraio 1940 e delle categorie principali, come capirete, fece già il pieno Via col vento. Con Ombre rosse stiamo parlando di un capolavoro assoluto, del film mito che ha introdotto l’archetipo della narrazione west negli ambienti, nei costumi, negli schemi narrativi e nei suoi protagonisti. Citato fino all’ossessione da ogni pellicola che sia stata girata nella Monument Valley, fu anche il film che trasformò John Wayne nel divo, e che preserva ancora oggi la carica emozionale dell’avventura dei nove personaggi che girano intorno alla diligenza. Equilibratissimo, formalmente perfetto.

  • Dove vederlo: YouTube (gratis e a colori)
john ford
Una scena di Ombre Rosse

SFIDA INFERNALE (1946) – Dopo la storica sparatoria dell’OK Corrall, Wyatt Earp (Henry Fonda) si stabilisce a Tumbstone, luogo di confine non solo tra la civiltà che avanza e la natura profonda, ma anche tra il passato e il futuro, tra il desiderio di iniziare una vita nuova e l’intima necessità di vendetta, tra il destino e le decisioni irrevocabili che la vita gli pone di fronte. In un’operazione molto cara al cinema americano, Ford trasforma l’eroe storico Earp in una persona comune e lo mette di fronte alle sue scelte e ai suoi desideri, ad un conflitto interiore reso più arduo dalle avversità di un (sembra) inevitabile destino; da questo punto di vista il western resta quasi un pretesto estetico, una cornice nelle quale ambientare quella che è a tutti gli effetti una tragedia attica. Rievocato e abilmente aggiornato dall’Ed Harris regista di Appaloosa (di cui abbiamo già parlato qui), ma con Sfida infernale (in originale My Darling Clementine) siamo ancora ben lontani dagli echi crepuscolari degli anni Sessanta, restando nel classicismo in cui prevale ancora un certo ottimismo nelle conclusioni e nell’interpretazione della Storia americana.

  • Dove vederlo: YouTube (gratis)
john ford
Un’immagine di Sfida Infernale

RIO BRAVO (1950) – Terzo episodio della trilogia western-militare sulla cavalleria statunitense (segue Il massacro di Fort Apache e i Cavalieri del Nord Ovest) e quello in cui sono più evidenti (seppur edulcorati e romanzati) i valori inviolabili del west, quelli centrali nella costruzione degli Stati Uniti secondo l’interpretazione del primo John Ford: il senso del dovere e di appartenenza (siamo in pieno Maccartismo), l’ostinata e ostentata dirittezza morale (a costo di pagarne le amare conseguenze), il rispetto della gerarchia e il sacro irresistibile fascino della divisa. John Wayne veste i panni del pivot attorno a cui girano tutti i giochi della narrazione e del dramma di una generazione monumentale, capace di portare il peso del dovere morale di essere eroica. L’amore per la patria può essere messo sullo stesso piano dell’amore per una donna? E di quello per un figlio?

  • Dove vederlo: iTunes e GooglePlay
john ford
John Wayne e Maureen O’Hara in Rio Bravo

SENTIERI SELVAGGI (1956) – Che sia il miglior film western di sempre? Lasciamo aperta la discussione, limitandoci a dire che se così non fosse, certo non ci andrebbe lontano. Completo, maturo, ricco di sfumature e a suo tempo accusato di razzismo, Sentieri selvaggi è un film potente e immenso, che trasforma tutto quello che tocca in epica. Ethan (John Wayne) torna a casa perdente dopo la Guerra di secessione (ha combattuto con i sudisti), ma le figlie di suo fratello e della moglie Martha (ex amata di Ethan?) vengono rapite con abile mossa da una banda di Comanche: ci vorrà un lungo viaggio per cercare di riportarle a casa. Visione obbligatoria (al quindicesimo posto della classifica dei migliori film di tutti i tempi di BFI).

John Wayne in una scena di Sentieri Selvaggi

L’UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE (1962) – Una pugnalata al cuore degli amanti del Ford anni Quaranta e Cinquanta (ve ne abbiamo parlato qui). Dopo dodici anni di film a colori, il regista torna al bianco e nero con questo straordinario manifesto di revisionismo western e pessimismo. I temi sono quelli del Ford classico (l’irriducibilità dell’individuo al contesto civile e la rivendicazione delle grandi passioni umane come motore della Storia), ma questa volta la centralità del dramma individuale porta a una rivalutazione in negativo dell’intero passato: è davvero valsa la pena di combattere per tutto questo? Cosa è rimasto degli eroi? L’uomo è ancora uomo in senso pieno, all’interno della nuova civiltà? Terzultimo film western di John Ford, ma già un sublime testamento d’autore.

john ford
Una scena de L’uomo che uccise Liberty Valance

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