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In Nome Di Dio – Il Texano | John Wayne, Pedro Armendàriz e il Natale secondo John Ford

Il ricordo di Harry Carey, il retaggio e quel legame con Satoshi Kon. Come riscoprire un classico

Harry Carey Jr., John Wayne, Pedro Armendàriz e il Natale western di John Ford: In Nome di Dio - Il Texano, film del 1948
Harry Carey Jr., John Wayne, Pedro Armendàriz e il Natale western di John Ford: In Nome di Dio - Il Texano, film del 1948

ROMA – Il 1948 rappresentò per John Wayne uno dei momenti cruciali della sua carriera. Tralasciando il macchinoso e dimenticabile La strega rossa di Edward Ludwig, prese parte a quei Il fiume rosso di Howard Hawks e Il massacro di Fort Apache di John Ford che ne svelarono l’anima drammatica, rispettivamente, ora come Tom Dunson mandriano incarognito e avido – la cui performance fece esclamare a Ford alla prima mondiale: «Non avrei mai creduto che quel figlio di gran pu**ana potesse recitare» – ora come capitano Kirby York nel primo capitolo della cosiddetta Trilogia della Cavalleria che vide Ford rievocare allegoricamente la Battaglia del Little Bighorn per consegnarla all’immortalità cinematografica. Non fu l’unico film di Ford a cui prese parte quell’anno, ce ne fu un altro. Un film piccolo-ma-prezioso, dai più dimenticato, denominato In nome di Dio che vive dalla sua di un’inerzia impareggiabile.

John Wayne, Harry Carey Jr. e Pedro Armendàriz in una scena di In Nome di Dio - Il Texano
John Wayne, Harry Carey Jr. e Pedro Armendàriz in una scena del film

È infatti la rilettura fordiana della Natività, o in altri termini, il Natale secondo John Ford. Manco a dirlo, all’indomani del rilascio in sala (In nome di Dio fu presentato a Washington il 25 novembre 1948) fu accolto con un certo scetticismo. Non fosse altro per il suo essere un western anomalo nel modo in cui Ford si servì delle estetiche e dei sapori del genere – perfino del topos del viaggio caro alla sua grammatica filmica come esplicitazione dell’evoluzione/trasformazione degli archi narrativi – per esprimere i suoi convincimenti morali e religiosi nel dar vita a una favola natalizia dal pesante simbolismo religioso conservatore. Poco importa però, perché se è vero che critica e pubblico rimasero delusi dalle aspettative disattese in quest’anomalia fordiana, c’è tanta magia tra le maglie narrative di un In nome di Dio robusto e sentimentale.

Il 1948 fu l'anno della svolta per John Wayne tra In nome di Dio, Il Fiume Rosso e Fort Apache
Il 1948 fu l’anno della svolta per John Wayne tra In nome di Dio, Il Fiume Rosso e Fort Apache

Non fosse altro per la fiabesca aura narrativa che avvolse i contorni caratteriali dei Robert Marmaduke Hightower, Pedro Roca Fuerte e William Kearney di – rispettivamente – John Wayne, Pedro Armendàriz e Harry Carey Jr., che finì con il renderli riletture western dei natalizi Re Magi Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Ma soprattutto per quel disclaimer nei titoli di testa di In nome di Dio che recitava: «Alla memoria di Harry Carey, luminosa Stella dell’alba del cinema western». Ford volle dedicare il film all’amico e interprete Carey scomparso appena un anno prima di trombosi coronarica aggravata dal morso di una vedova nera, celebrandolo con uno shot in apertura di pellicola che vedeva lo stuntman Cliff Lyons al tramonto, in groppa a Sonny – il cavallo preferito di Carey – in una posa caratteristica.

In Nome di Dio: La Natività (e il Natale) alla maniera di John Ford
In Nome di Dio: La Natività (e il Natale) alla maniera di John Ford

La celebrazione continuò evolvendo in un commuovente passaggio di consegna con quel Introducendo Harry Carey Jr., di padre in figlio che in realtà non corrispose del tutto al vero visto che, prima di In nome di Dio, Carey Jr., aveva già preso parte a tre film (Piste disperate, Rolling Home, Notte senza fine) e un quarto, nel cast con Wayne che corrispose proprio all’hawksiano Il fiume rosso di cui sopra, ma che servì ad arricchire di senso la ratio del film, o comunque, gli intenti poetico-celebrativi alla base del racconto. Perché In nome di Dio, tratto dalla novella The Three Godfathers scritta da Peter B. Kyne del 1913, è in realtà il remake di Uomini segnati, film muto del 1919 di Ford – ormai andato perduto – con protagonista proprio l’originale Harry Carey, o Harry Carey Sr. se preferite.

Il film fu presentato in terra statunitense il 25 novembre 1948
In nome di Dio di John Ford fu presentato in terra statunitense il 25 novembre 1948

E non solo, perché il primo adattamento cinematografico della novella di Kyne risale all’omonimo film del 1916 per la regia di Edward LeSaint con, manco a dirlo, sempre Harry Carey come protagonista. A questi vanno aggiunti Gli eroi del deserto del 1929 per la regia di William Wyler e I tre padrini del 1936 diretto da Richard Boleslawski, per un totale – contando pure In nome di Dio – di ben cinque adattamenti di quella che si può ben definire come un concept senza tempo e fuori dal tempo, e non è finita. Perché – e non è difficile da credersi visti i precedenti – anche la squisita opera fordiana è divenuta essa stessa oggetto di remake seppur dal registro filmico differente. Di che stiamo parlando? Ma dell’animato Tokyo Godfathers (Tôkyô goddofâzâzu) di Satoshi Kon del 2003 naturalmente!

John Wayne, Harry Carey Jr. e Pedro Armendàriz in una scena del film
John Wayne, Harry Carey Jr. e Pedro Armendàriz in un momento del film

Come prevedibile incassò poco In nome di Dio, appena 2 milioni di dollari tra Canada e Stati Uniti d’America, tanto da essere considerato nel suo retaggio plurisettantennale come un’opera minore in relazione all’opus fordiano. In Italia arrivò nelle sale cinematografiche il 21 ottobre 1950 per poi essere rilanciato nelle emittenti televisive molti anni dopo, nel 1964, sotto il titolo di Il texano – tanto da giungere a noi oggi con il doppio titolo di In nome di Dio – Il texano – come a voler sottolineare il ruolo preminente dell’Hightower di Wayne, ma poco importa. Rimane un pezzo di cinema prezioso e inossidabile, imperturbabile, come lo è stata la magia del Natale nel corso dei secoli, o per dirla in altre parole, un western imperdibile. Dove lo trovate? Su Prime Video o AppleTV+ a noleggio.

  • WESTCORN | Il Fiume Rosso, Hawks, Wayne e un grande western
  • WESTCORN | I Cavalieri del Nord Ovest, John Ford, John Wayne e la Cavalleria
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Qui sotto potete vedere il trailer del film 

 

 

 

 

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