ROMA – Un reggimento dell’esercito giapponese s’arrende alle forze britanniche in Birmania alla fine della Seconda guerra mondiale e trova armonia attraverso il canto. Un soldato semplice, creduto morto, diventa monaco buddista e scopre l’illuminazione spirituale. Magnificamente girato in silenzioso bianco e nero, L’Arpa Birmana di Kon Ichikawa è una meditazione lirica ed eloquente sulla bellezza che convive con la morte e rimane una delle dichiarazioni antimilitariste più travolgenti dell’intero cinema giapponese. Di nuovo al cinema dal 2 aprile nell’ambito del progetto di distribuzione Il Cinema Ritrovato al cinema.
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