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Giovanni Galassi: «(Im)perfetti criminali, il nostro heist movie all’italiana. Tra azione e risate»

Lo sceneggiatore porta Hot Corn dietro le quinte del film Sky. Tra riferimenti, set e personaggi…

La strana banda de (Im)perfetti Criminali.

MILANO – Riccardo, Amir, Pietro e Massimo. La commedia e l’azione. I riferimenti, le risate e la necessità di tenere il film su un doppio binario. Sempre. Giovanni Galassi, uno dei quattro sceneggiatori di (Im)perfetti criminali di Alessio Maria Federici – film Sky Original ora disponibile su Sky e NOW – e già dietro la serie Netflix Curon, questa volta conduce Hot Corn dietro le quinte del film, dall’ultimo ciak fino alle prime parole su pagina, quando ancora nulla era stato girato. «La verità? Abbiamo lavorato in libertà totale e ci siamo davvero divertiti come pazzi», ammette lui prima di iniziare quest’intervista che poi condurrà anche a Spike Lee e Woody Allen. Ma non solo…

Sul set: il ciak di (Im)perfetti Criminali.

LA SCENEGGIATURA – «Da dove parto? Dall’inizio: quando abbiamo cominciato la scaletta di (Im)perfetti Criminali, con Ivano Fachin, Tommaso Matano e Luca Federico, sapevamo di dover tenere in piedi una sorta di “doppia natura” del film. Da un alto un’ambizione formale insolita per i film italiani, con un’idea di plot e di ribaltamento ben precisa, e dall’altro il volto più umano e comico della storia che è sempre, ovviamente, la cosa più importante. Sono due aspetti che negli autori della nostra generazione possono convivere, noi che – per capirci – siamo cresciuti e abbiamo studiato i classici della commedia all’italiana, ma anche i film americani degli anni Novanta e primi Duemila, con i loro plot twist vertiginosi, tanti generi ibridati e un’ironia che può diventare surreale, a tratti».

Il regista, Alessio Maria Federici, sul set del film.

IL MODO – «Abbiamo lavorato in estrema libertà, divertendoci come pazzi, cercando di fare, con il dovuto rispetto, un piccolo Ocean’s Eleven, oppure uno Slevin, che fosse credibile anche qui. Sempre a proposito della fase di scrittura, e del metodo, ci tengo a sottolineare che la rapina raccontata nel film è realmente avvenuta, a Roma – sventata per un pelo -, e ci è stata raccontata dal diretto interessato. Il lato della documentazione è per noi fondamentale e credo restituisca sempre un quid in più al pubblico che guarda. Poi questa volta siamo stati davvero fortunati perché, come si suol dire, la realtà è arrivata dove la fantasia non si sognava neanche…».

Riccardo, Amir, Pietro e Massimo: le quattro guardie giurate di (Im)perfetti Criminali.

I PERSONAGGI – «L’idea di fondo è che ci importasse di ognuno di loro. Che fossero diversi, riconoscibili, simpatici ed empatici ma non banali. Il film, prima del colpo di scena su cui si regge, ha circa 65 minuti di narrazione, senza personaggi sfaccettati il pubblico non arriverebbe alla rivelazione. Cambierebbe canale. In questo credo ci abbia aiutato il nostro venire, per lo più, dalla serialità. La mole drammaturgica da gestire in una serie impone sempre un lavoro minuzioso sui personaggi; anche nella serie più massimalista o pop, il personaggio ha una sua complessità. E mutatis mutandis, abbiamo cercato di farlo anche qui, affinché ognuno fosse riconoscibile e vero, cosa cui anche Alessio teneva moltissimo. E che per me ha restituito benissimo dirigendo gli attori».

Denzel Washington e Willem Dafoe in Inside Man.

I RIFERIMENTI – «Credo di aver vissuto, come ogni spettatore, fasi diversissime. Ma nonostante abbia scritto più cose drammatiche, compresa addirittura una serie horror e una thriller, in definitiva direi che i riferimenti rimasti in ogni fase siano quelli più ironici. E anche qui, da bravo ragazzo degli anni Novanta, non ho paura a mettere insieme i Coen, Woody Allen e le puntate più ispirate dei Simpson o di How I met your motherBoris, Monicelli e il Moretti più “surreale”. Heist movie del cuore? Permettetemi di distinguere gli heist “seri”, dove Inside Man di Spike Lee occupa un posto speciale nel mio cuore, e quelli “ironici” dove mi è più difficile scegliere… ma direi The Snatch. È un heist movie?».

Diane Keaton e Woody Allen in Amore e guerra.

IL CONSIGLIO – «Un film che consiglio di recuperare ai lettori di Hot Corn? Sicuramente (Im)perfetti Criminali! Scherzi a parte, rispondo senza indugi perché sono l’unico che conosco ad avere sempre pronti i fatidici tre film più belli di sempre. Sui quali non ho dubbi. Quindi consiglio ai lettori di vederli assolutamente (ma sono tutti famosissimi). The Blues Brothers di John Landis, Amore e Guerra di Woody Allen e Luomo che uccise Liberty Valance di John Ford».

  • VIDEO | Anna Ferzetti e il regista raccontano (Im)perfetti Criminali.

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