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Immaginare prima | Da Fellini a Scorsese: Dante Ferretti si racconta in un libro

Macerata, il cinema, Pasolini, gli Oscar, Scorsese: lo scenografo si racconta in un libro imperdibile

Dante Ferretti si appoggia alla rubrica Books.

ROMA – Medea di Pier Paolo Pasolini, E la nave va di Federico Fellini, Silence di Martin Scorsese. Tre opere diverse, lontane, appartenenti a epoche distanti decenni tra loro, eppure legate da un sottile filo conduttore: la scenografia di Dante Ferretti. Arrivato alla soglia dei ottant’anni – e con ben sessantasei film all’attivo – lo scenografo nativo di Macerata tre volte vincitore dell’Oscar alla miglior scenografia (The Aviator, Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, Hugo Cabret) si racconta in un’autobiografia di peso, ricca di aneddoti, di calore e di vita – soprattutto – perché il cinema è vita. Il titolo? Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar, co-firmato dallo sceneggiatore e critico d’arte David Miliozzi, in libreria per Edizioni Jimenez.

La copertina del libro di Dante Ferretti, Immaginare Prima, in libreria ora.

Un’opera preziosa, che nel restituirci un ritratto sincero di un Ferretti inedito – o come riportato da Tullio Kezich nella laconica prefazione «Segreto, condizionato da una personalissima visione del mondo piuttosto cupa e apocalittica» – vive di uno stile fluido, colloquiale, autentico, non privo di invenzioni e intuizioni narrative ora nel registro autobiografico scritto di pugno dallo stesso Ferretti, ora nella cronistoria biografica di Miliozzi piena di spunti e curiosità nel proprio resoconto dialogico con lo scenografo. Una celebrazione affettuosa quella di Immaginare prima, in grado di combinare – armonicamente – il vissuto dell’uomo con gli aneddoti filmici dell’artista, sino a generare un’impareggiabile mistura chimica di attrazione-e-cattura alla lettura che ne sposa, in forma simbiotica il processo creativo.

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Tutto ciò realizzato da Ferretti lungo la sua carriera infatti è figlio di ricordi, momenti, suggestioni. Le scenografie di Kundun? Dalla volta in cui incontrò il Dalai Lama. La vertiginosa carrellata nell’incipit di Hugo Cabret? Dalla torre dell’orologio di Macerata. E quelle di The Aviator? Rimembranze di quando, il 3 aprile 1944, ad appena tredici mesi – in quella che tra le pagine di Immaginare prima viene definita da Ferretti come «La mia seconda nascita» – sopravvisse incredibilmente al bombardamento di Macerata in piena Liberazione da parte di schiere di caccia Curtiss P-40 e bombardieri Martin 187 Baltimore statunitensi. Come si salvò? «La credenza costruita da babbo si era rovesciata mettendosi di traverso tra le scale e la culla, prima che la casa implodesse su sé stessa. È proprio il caso di dirlo: mi ha salvato una scenografia..».

Immaginare prima - The Aviator: il primo Oscar vinto da Dante Ferretti
The Aviator: il primo Oscar vinto da Dante Ferretti

Quella della scenografia fu come una chiamata per lui: «Dopo avere subito la distruzione della casa in cui ero nato sono diventato uno scenografo, un inventore di mondi. […] Quei soffitti altissimi, ancora li ricordo, sono stati una specie di eredità: mi hanno fatto scoprire che qualsiasi orizzonte varia in base all’altezza e che le tre dimensioni sono sempre interconnesse tra loro. Producono come una specie di suono nello sguardo che potremmo chiamare immaginazione». L’amore per il disegno venne di conseguenza: «Amo ragionare per immagini. Disegnare è una funzione vitale che mi aiuta a pensare, a comunicare, a capire, ricordare» – per poi proseguire – «Già avevo il cinema in testa, vedevo il mondo come un lungo che poteva essere creato e modificato». Infine il ruolo del cinema nella vita di Ferretti che, manco a dirlo, colonizza (quasi) del tutto lo spazio letterario di Immaginare prima.

Gangs of New York, o dello scenografo come inventore di mondi

«Tra me e il cinema fu subito amore. Fin dall’infanzia ho visto tantissimi film, mi si accavallano in testa pieni di suggestioni e diventa difficile creare una cronologia. […] Amavo tutto quello che vedevo: soprattutto i film americani, i western, i kolossal: quei mondi grandiosi, lontani nel tempo e nello spazio, mi facevano viaggiare con l’immaginazione» – per poi proseguire – «Restavo ammirato da ogni ambientazione, che fossero interni ed esterni aveva poca differenza, e iniziai a chiedermi morbosamente chi fosse il creatore di quelle atmosfere». Lo scenografo, il ruolo che lo ha reso artisticamente immortale agli occhi del mondo.

Hugo Cabret: il terzo Oscar di Dante Ferretti

Nella fucina di aneddoti sorprendenti che possiamo leggere tra le pagine di Immaginare prima, dei più vari – dalla genesi scenografica di Ginger & Fred e Gangs of New York passando per brevi resoconti emotivi delle notti degli Oscar che lo hanno visto protagonista – ce n’è però uno, in particolare, che merita un capitolo a parte, ovvero di quando Ferretti, sul set de La città delle donne di Fellini, conobbe Scorsese in viaggio di nozze con Isabella Rossellini a Roma, l’inizio della sua seconda vita artistica: «Notando la coppia, Federico posò il megafono per andare ad accoglierli. La Rossellini scoppiò a ridere mentre Scorsese, non capendo bene l’italiano, fece un sorriso di circostanza e si voltò verso di me. Lo salutai con un cenno della mano, lo stesso con cui lo saluto oggi…».

La città delle donne, o di quando Dante Ferretti conobbe Martin Scorsese/ Immaginare prima
La città delle donne, o di quando Dante Ferretti conobbe Martin Scorsese

«Avremmo cominciato a collaborare più di dieci anni dopo nel 1993, con L’età dell’innocenza, film tratto dal romanzo di Edith Wharton che mi valse la terza nomination all’Oscar. Per la verità la prima proposta lavorativa di Scorsese era arrivata per L’ultima tentazione di Cristo, ma ero impegnato con Il barone di Münchausen e fui costretto a rifiutare». Ma quando arrivò il momento? «Feci le valigie e andai a New York per incontrare quello che considero uno dei più grandi registi americani di sempre. Tra me e Martin fu amore a prima vista. Siamo cresciuti tutti e due con quella sensazione felliniana che mondi paralleli, sconosciuti, dovessero ancora essere scoperti attraverso la magia del cinema». Questo e molto altro ancora è Immaginare prima: Ferretti che racconta sé stesso, emoziona e cambia la vita al lettore. Consigliatissimo.

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Qui sotto potete vedere il video del primo Oscar vinto da Dante Ferretti: 

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