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Il caso Hostages, tra la cortina di ferro e la grande fuga

La Georgia degli anni Ottanta e una storia vera. In sala il 15 febbraio

Passato a Berlino lo scorso febbraio, arriverà finalmente in sala anche in Italia un piccolo grande caso: Hostages, diretto dal regista georgiano Rezo Gigineishvili e prodotto da Georgia, Polonia e Russia. La pellicola era stata presentata durante l’ultima Berlinale nella sezione Panorama, vincendo poi il secondo posto al Sochi Film Festival, in Russia. Un’opera importante perché riporta la luce su un’epoca e un luogo – la Russia degli anni Ottanta – spesso dimenticata dal cinema e lo fa partendo da un fatto realmente accaduto nel 1983, quando quattro ragazzi georgiani cercarono di dirottare il volo di un aereo della compagnia russa Aeroflot.

MA DI COSA PARLA?

Hostages – in Italia dal 15 febbraio per Merlino Distribution – è ambientato nella Georgia dei primi anni Ottanta, sotto lo stretto controllo dell’Unione Sovietica, in un Paese che si illude di offrire innumerevoli vantaggi agli abitanti in termini di istruzione e benessere. La situazione politica e l’appartenenza al blocco sovietico stanno però stretti ad un gruppo di ragazzi, figli di famiglie borghesi, che pur avendo apparentemente tutto – fumano sigarette Camel, indossano i jeans e ascoltano i Beatles – non pensano ad altro che ad oltrepassare la Cortina di Ferro, rifugiandosi in Turchia per assaporare la libertà. Tra loro una coppia di innamorati – interpretati da Tinatin Dalakiszwili e Irakli Kwilikadze – che si sta preparando a celebrare le nozze e separarsi dall’Unione Sovietica. Il matrimonio sarà l’occasione perfetta per sfruttare il viaggio di nozze e fuggire dall’opprimente patria. Neanche la famiglia dei futuri sposi è al corrente del piano dei ragazzi che prevede l’acquisto dei biglietti per Tbilisi e il dirottamento del piccolo aereo civile verso la Turchia. Già in aeroporto le cose non sembrano andare in bene. Due voli devono essere accorpati e di conseguenza altri passeggeri salgono con loro a bordo. Un imprevisto costringe il pilota ad un atterraggio d’emergenza senza varcare i confini della Georgia. Il piano dei giovani dirottatori fallisce, scatenando l’ira del Governo e la violenta reazione dei servizi sovietici e purtroppo porta con sé la morte dei piloti, alcuni passeggeri e due dirottatori. Il prezzo che pagano i ragazzi per il loro desiderio di libertà e vita dignitosa sarà molto caro e segnerà il loro futuro.

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