Francesco Parrino ROMA – Uno spacciatore di droga di nome Fontaine (John Boyega) si trova costretto a fare squadra con uno dei suoi clienti, il protettore Slick Charles (Jamie Foxx) e la sua prostituta preferita Yo-Yo (Teyonah Parris), per investigare su un losco complotto governativo che coinvolgerà l’intera comunità del quartiere Glen. Parte da qui Hanno clonato Tyrone, pirotecnico esordio alla regia di un Juel Taylor che ha mosso i primi passi nell’ambiente cinematografico come tecnico del suono. Presentato in anteprima mondiale all’American Black Film Festival e disponibile su Netflix a partire dal 21 luglio 2023, Hanno clonato Tyrone si presenta come un concept insolito e suggestivo che parte da una semplice premessa: «Se The Truman Show bevesse una bottiglia di vodka, quale sarebbe il risultato?».
Ed ecco quindi una miscellanea creativa di dichiarate suggestioni che da Essi Vivono a It Follows passando per Ricomincio da capo e Napoleon Dynamite, vede Hanno clonato Tyrone immergere lo spettatore in un retro-futuro dall’aspetto granuloso («Volevo che il mondo del film fosse una strana bolla ermeticamente sigillata che sembra essersi persa un po’ nel tempo» ha dichiarato Taylor al riguardo), ricco di citazioni, giacche di pelle viola foderate di pelliccia, stivali gialli alti fino alla coscia e personaggi pittoreschi e totalmente inadeguati. Quei Fontaine, Yo-Yo e Slick dell’inedito trio Boyega-Parris-Foxx catapultati sin dentro le viscere di una misteriosa cospirazione governativa a metà tra lo Studio sulla Sifilide di Tuskgee e l’MK-Ultra, codificata da Taylor secondo il registro di una bizzarra, sopra le righe – ma tremendamente incisiva – satira di costume.
Un omaggio alla Blaxploitation degli anni Settanta che vive di mistero, fantascienza urbana, horror, dramma sociale e umorismo dell’assurdo. Sapori filmici cuciti addosso a un Hanno clonato Tyrone high-concept di razza dal buon piglio dialogico. Una dramedy solida diretta di polso dall’esordiente ma già maturo Taylor che, sulla scia degli illustri precedenti di Scappa – Get Out e Sorry To Bother You, realizza un’originale pellicola di denuncia nei confronti delle condizioni di vita della comunità afroamericana, resa nelle forme di un surreale loop esistenziale. Sono uomini destinati al fallimento quelli di Taylor, ontologicamente costretti a non poter avere sogni e ad accontentarsi delle briciole, dotati di un passato frammentario e di un presente incerto e doloroso, perché radicati in un contesto socio-narrativo neutralizzante, nocivo, fatto di delinquenza, pollo fritto e tv-spazzatura.
Eppure, badate bene, non sono affatto depersonalizzati i protagonisti di Hanno clonato Tyrone. La voglia di verità e di fare la cosa giusta per la comunità permettono a Fontaine, Yo-Yo e Slick di anestetizzare il girare a vuoto delle proprie vite per trovarvi infine uno scopo, o più semplicemente l’occasione di un nuovo inizio. Grande merito, in tal senso, al cast principale, dove se la Parris si fa apprezzare per essere la più romantica e sensibile del trio con la sua recitazione misurata che vive di sprazzi, mentre Foxx è il rullo compressore che rompe gli schemi con i suoi tempi comici, è Boyega a risplendere, risultando tanto efficace nei momenti leggeri, quanto straordinario in quelli più intensi. A Taylor il merito di averli guidati, e dopo un esordio così convincente la strada è tutta in discesa…
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Qui sotto potete vedere il trailer del film:
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