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Cose da Netflix | La follia assoluta di Fyre: La più grande festa mai avvenuta

Lusso, yacht e modelle in bikini. E se il party del secolo diventa un colossale disastro?

Fyre: La più grande festa mai avvenuta
Il caos e la festa: Fyre: La più grande festa mai avvenuta

MILANO – L’isola privata di Pablo Escobar. Supermodelle come Emily Ratajkowski e Bella Hadid. Due weekend di musica a suon di Major Lazer, Blink 182 e Disclosure. Ville extralusso dove alloggiare e yacht da noleggiare in cui riposare o scatenarsi. Insomma, doveva essere uno degli eventi più epocali ed eclatanti del secolo e, invece, è stato uno scioccante fallimento. Il flop del Fyre Festival è ben raccontato in Fyre: La più grande festa mai avvenuta di Chris Smith (lo stesso filmmaker del capolavoro Jim & Andy su Carrey), senza dubbio una delle migliori produzioni targate Netflix viste negli ultimi anni. Consolidando, la piattaforma, in termini di documentari.

L’arrivo nell’isola bahamense di Great Exuma.

I passaggi della truffa messa in piedi dal giovane imprenditore Billy McFarland, con la complicità del più o meno consapevole rapper Ja Rule, sono documentati con precisione sin dai primi passi, dall’idea di creare un evento esclusivo per i giovani rampolli americani che si sarebbe dovuto tenere tra aprile e maggio del 2017, dando vita a una Woodstock ultrachic nell’epoca di Instagram, con l’invito fissato sull’isola bahamense di Great Exuma. Ed è proprio attraverso il social network che la notizia del festival è diventata virale, alimentando curiosità e aspettative, soprattutto per merito di video realizzati con modelle mozzafiato in una delle paradisiache isole delle Bahamas.

Alcune delle invitate.

McFarland non si è curato di nulla, nonostante i suoi collaboratori lo avessero messo in guardia dei problemi relativi a location, tempistiche e all’assoluta mancanza di infrastrutture adeguate all’evento promesso agli ottomila (!) compratori degli onerosi biglietti. Un apocalittico temporale che si è abbattuto la notte prima dell’ipotetico inizio del festival ha reso, poi, inutilizzabili anche le tende che avrebbero dovuto ospitare quei migliaia di ragazzi e ragazze che dovevano essere accolti in lussuose suite, convinti di vivere un’esperienza grandiosa. E sì, si, è rivelata memorabile, in senso negativo.

L’invito ufficiale…

Molte altre incredibili follie “disorganizzative” vengono svelate in Fyre: La più grande festa mai avvenuta, ritmata quasi come se fosse un film di Fincher o Scorsese, in grado di inquietare qualsiasi frequentatore di concerti e organizzatore di eventi. Secondo uno degli intervistati tra coloro coinvolti nel disastro, il risultato prodotto dal Fyre è la conseguenza della virtualità di Instagram trapiantato nella vita reale. L’approssimazione e la noncuranza di un arrivista megalomane come McFarland supera ogni possibile immaginazione cinematografica. E il film non trascura neppure gli scandali relativi allo sfruttamento di lavoratori mai pagati per straordinari durati settimane. Un’autentica tragedia collettiva e moderna. Da non perdere.

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