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Cristian Mungiu: «La parabola di Animali Selvatici, Yumeji’s Theme e la mia Romania…»

Miloš Forman e Robert Altman, le radici e il legame con i propri film: il regista si racconta a Hot Corn

Cristian Mungiu
Cristian Mungiu in uno scatto di Song Xiangyang

ROMA – Il tempo, il mondo che cambia e la sopravvivenza di fronte ai pregiudizi e agli stereotipi: nel suo ultimo film, Animali Selvatici – al cinema dal 6 luglio distribuito da BIM – Cristian Mungiu, regista vincitore della Palma d’Oro per 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni a Cannes 60 e del Prix de la mise en scène a Cannes 67 per Un padre, una figlia (ex-aequo con Olivier Assayas per Personal Shopper), racconta attraverso il disperato ritorno a casa di Matthias (Marin Grigore) delle tante sfaccettature di una Transilvania multietnica e microcosmica. Suggestioni, ispirazioni, il rapporto con i suoi film e il legame con l’autoironica Romania: ecco cos’ha raccontato il regista a Hot Corn in questa bella conversazione.

Animali selvatici di Cristian Mungiu, al cinema dal 6 luglio 2023 per BiM Distribuzione
Marin Grigore in una scena di Animali selvatici di Cristian Mungiu.

YUMEJI’S THEME «Animali selvatici parla degli effetti collaterali della globalizzazione. A causa di Internet e degli smartphone, esistono punti di riferimento globali che generano le stesse reazioni, non importa se vivono a New York o in Transilvania. Sono diventati iconici per un certo tipo di cultura globale, dando alle persone che li amano il sentimento di solidarietà e di appartenenza a un movimento progressista transnazionale. Non solo Yumeji’s Theme – il tema di In the Mood for Love scritto da Shigeru Umebayashi – ma anche l’uso dell’inglese in un momento di intimità, il modo in cui è vestita la casa di Csilla – sono tutti segni della sua appartenenza a questo gruppo che ha la convinzione che il progresso nella società sia basato su di loro e della loro determinazione a combattere il tradizionalismo. Tuttavia, ci sono sempre dei bisogni che le persone condividono – indipendentemente dalla loro visione sociale  – e il più profondo è il bisogno di affetto. Questo è qualcosa che condividono sia Csilla che Matthias in Animali selvatici, il bisogno di immaginare che non sono sempre soli in questo mondo, un sentimento che trascende le differenze tra loro. Yumeji’s Theme è un modo romantico ma anche ironico e in qualche modo kitsch di evocare questo sistema di valori globali semplificati del “mondo veloce”».

Animali selvatici
Il ritorno a casa.

IL VALORE DELLE RADICI – «La migliore narrazione si basa su osservazioni di prima mano e quindi le mie storie sono ancora ambientate in Romania perché la veridicità è un valore chiave per il mio cinema. Tuttavia, spero che con ogni film riesca ad andare più in profondità e arrivare a quella parte del nostro comportamento che è abbastanza comune per le persone in generale, quella non più correlata alle piccole differenze tra le culture ma al fondamento della natura umana. Non idealizzo il mio Paese, molte delle cose che i personaggi dicono nei miei film, in Animali selvatici come Racconti dell’età dell’oro, non sono le mie opinioni ma i loro stessi stereotipi. Abbiamo questa autoironia in Romania: è un meraviglioso Paese, peccato che sia abitato. Non andrei così lontano ma comunque ho con il mio Paese il rapporto che hai con un fratello che è sempre tra gli ultimi in classe, ti mette in imbarazzo spesso, ma non riesci a smettere di volergli bene perché è sempre un fratello…».

Animali selvatici è stato presentato in concorso a Cannes75 sotto il titolo di R.M.N. – vale a dire Rezonanta Magnetica Nucleara/Risonanza Magnetica Nucleare
Animali selvatici a Cannes aveva il titolo di R.M.N. Risonanza Magnetica Nucleare

LE ISPIRAZIONI – «A volte sento che queste connessioni che i critici vedono tra i cineasti parlano più di ciò che i critici guardano dei film che dei film che i registi hanno visto. Credo che certi autori possano finire più o meno sulla stessa strada partendo da direzioni diverse. Come nel caso di Animali selvatici, tutti i miei film sono influenzati dall’osservazione diretta della vita e della realtà, cercando di capire di cosa sono fatti e qual è il loro equivalente immaginario – e non tanto guardando altri film. Credo di aver detto più volte che amo Milos Forman, l’umorismo dei suoi primi film, rispetto Jiří Menzel e forse condivido una sorta di autoironia dell’Europa orientale, ma più nella vita reale che nei miei film. Mi sono piaciuti I protagonisti e America oggi e ammiro la raffinatezza di Robert Altman ma probabilmente sono stato più influenzato dai cineasti che lavorano in chiave realistica, da quelli che sfidano i limiti del cinema e dalle emozioni generate dal cinema mainstream – come la tensione o suspense – solo che cerco di raggiungerli con eventi della vita quotidiana e in inquadrature magistrali, non attraverso inseguimenti in auto, musica o montaggio».

Animali selvatici
Un altro momento di Animali selvatici.

IL LEGAME CON I FILM – «Ho un rapporto a distanza con i miei film come l’ho con Animali selvatici. Non li guardo più dopo che sono finiti e ci penso molto raramente. Ho dovuto rivedere di recente 4 mesi 3 settimane e 2 giorni per un discorso e sono stato sollevato dal fatto che finora sia invecchiato abbastanza bene – conserva ancora un po’ della grazia, dell’innocenza e dell’audacia di quel momento – ma sono sempre più interessato in ciò che viene dopo…»

  • HOT CORN PICKS | Tra Carver e Altman, riscoprire America oggi
  • VIDEO | Il ritorno di Mungiu e quella volpe di Animali Selvatici

Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

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