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Pupi Avati: «Il cinema e la mia vita, da Ugo Tognazzi e Federico Fellini a l’addio a Tonali»

Premiato con il nostro Hot Corn Awards a Riccione il regista ha parlato di cinema, vita e… calcio

Pupi Avati
Pupi Avati riceve l'Hot Corn Awards dal direttore Andrea Morandi.
Freshly Popped

RICCIONE – La telefonata di Ugo Tognazzi che gli cambiò la vita, quella volta che fermò Federico Fellini in via del Babuino, la prima volta che vide Lucio Dalla e – da grande milanista – le sensazioni sull’addio di Sandro Tonali: premiato con il nostro Hot Corn Awards a Riccione, alle Giornate di Ciné, il regista ha parlato con il direttore Andrea Morandi di cinema, vita e calcio davanti alle oltre trecento persone dell’arena di piazzale Ceccarini: «All’inizio ho passato quattro anni a Roma senza lavoro, credevo fosse finito tutto», ha ricordato all’inizio della conversazione, «poi un pomeriggio mi chiamò Ugo Tognazzi, che casualmente aveva letto la sceneggiatura di La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone e cambiò per sempre il mio futuro…».

Pupi Avati durante la serata degli Hot Corn Awards. Foto Fabio Demitri

Un fiume in piena, capace di raccontare grandi miti e aneddoti alternati alle clip che avevamo preparato. Una di queste era di 8 e 1/2 di Federico Fellini, il film che gli cambiò la vita: «Dopo averlo visto io non volevo fare il regista», ha precisato, «volevo fare Federico Fellini. Era la prima volta che capivo in pieno il profondo senso del cinema». Il destino volle poi che i due si incontrarono e Avati rimase vicino a Fellini fino alla morte, nel 1993: «Ricordo una sera in via Margutta con Sergio Zavoli e Giulietta Masina a vedere il primo montaggio de La voce della luna, che sarebbe stato il suo ultimo film. Uscì dalla saletta e poi chiamava la Masina con il cicalino per sapere cosa ne pensavamo…».

Pupi Avati
Ancora Pupi Avati durante la nostra serata a Riccione. Foto Fabio Demitri

E poi i ricordi di Lucio Dalla e il modo assurdo in cui teneva il clarinetto, l’importanza della musica, la rivelazione davanti a Lodo Guenzi («Un attore fantastico») sul set dell’ultimo film, La quattordicesima domenica del tempo ordinario. Alla fine c’è stato anche il tempo per commentare il doloroso addio di Sandro Tonali al Milan: «Non ci credevo, mio nipote è scoppiato a piangere», ha concluso, «credevamo tutti che sarebbe rimasto al Milan per sempre. Il calcio? Una passione che ho scoperto molto tardi e di cui non me ne vergogno: quando c’è una partita importante cambia anche il senso della giornata. Come quando da bambino mia madre mi diceva che mi avrebbe portato al cinema…».

  • VIDEO | Pupi Avati racconta il suo ultimo film:

 

 

 

 

 

 

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