ROMA – Ventiquattro ore di programmazione (effettive, dato che più di duecento sale hanno aperto la notte tra il 31 e l’1) e un incasso già record: 8.680.232 milioni di euro e oltre 1.175.000 presenze. Numeri alla mano, tanto cari agli esercenti, fanno diventare Tolo Tolo di Checco Zalone il miglior incasso di sempre nella storia del cinema italiano nel giorno d’esordio, superando il record appartenuto sempre al buon Checco con Quo Vado?. E la domanda, allora, è la solita: riuscirà Luca Medici da Bari, a battere sé stesso e quei 65 milioni incassati proprio da Qui Vado? nel 2016?
Potrebbe e, soprattutto, dovrebbe: perché come vi avevamo già raccontato nella nostra recensione (la potete leggere qui), Tolo Tolo è un film molto diverso dagli altri: strettamente attuale, coraggioso, divertente ma senza mai scavalcare il confine che separa la risata intelligente da quella idiota. E allora, a poche ore dal suo esordio, la platea già si spacca. Chi lo esalta, chi lo biasima. Chi lo applaude, chi lo fischia a fine proiezione (ma siamo mica a teatro?), chi lo vuol rivedere e chi, addirittura, vorrebbe indietro il prezzo del biglietto.
E allora, ecco che Checco ha vinto tre volte: gli incassi ci sono e ci saranno (la durata aiuta ad essere proiettato in un multiplex più di venticinque volte), è riuscito a migliorarsi diventato un autore tout court (e una parte del merito va anche alla sceneggiatura firmata insieme a Paolo Virzì) e, soprattutto, ha creato attorno a sé quel dibattito sociale e politico da circo che, più che far ridere, catalizza l’attenzione alzando ancora di più la curiosità nell’andare a vederlo. Infatti, accanto ai commenti popolari (passateci il termine) arrivano i soliti tweet delle platee vip.
Per dire, Ignazio La Russa lo bolla come “scarso e noioso”, mentre Fiorello lo etichetta come “spiazzante e geniale”. Gabriele Muccino, invece, encomia Checco in un tweet, spronando le produzioni a rischiare, allontanandosi dalla comfort zone. Cercate altre voci politiche? Daniele Capezzone, anticipando tutti, prima dell’uscita, scriveva, ospite di nicolaporro.it, che Tolo Tolo sia, citiamo, “un solo spettacolo irresistibilmente comico: quello dei censori che diventano elogiatori”.
E, affiancandola alla domanda se supererà il suo record, poniamo un altro quesito: è normale che un dibattito del genere si crei solo quando al cinema esce Zalone? È mai possibile che nessun altro autore riesca a smuovere in modo così acceso l’opinione pubblica? C’è da interrogarsi. Così, il tweet più efficace lo lancia (tanto per cambiare) Michela Murgia: “Vorrei nei politici di sinistra la metà del coraggio dimostrato da Checco Zalone in #tolotolo, la stessa libertà di rischiare il gelo ai titoli di coda perché ha preferito il senso al consenso. Grazie”. E noi, nel nostro piccolo, vorremmo che il pubblico capisse che l’innovazione, al cinema come nella vita, è il motore che manda avanti il mondo. Checco ha vinto ancora.
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