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HOT CORN FOOTBALL CLUB | Brian Clough e il calcio raccontato da I Believe in Miracles

Altro che Super League: un documentario racconta la leggenda dell’allenatore del Nottingham Forest

Brian Clough nel 1977 con la prima Coppa dei Campioni vinta dal Nottingham Forest.

MILANO – Quello che successe con il Derby County e il Leeds è stato già raccontato molto bene nel cult Il maledetto United – che vi abbiamo consigliato quibasato sul romanzo di David Peace e diretto dal futuro premio Oscar Tom Hooper (quello de Il discorso del Re), in cui Brian Clough si trova catapultato dall’isola felice dei Rams di Derby – con cui venne promosso nella prima serie e vinse il campionato d’Inghilterra – ai brutti, sporchi e scorretti giocatori dello Yorkshire, resistendo sulla panchina della squadra più indisciplinata d’Albione solo per quarantaquattro giorni. Brian non era riuscito a trasmettere il suo modo di vedere il calcio e davanti a sé aveva trovato un muro di individui arroganti e presuntuosi, convinti ben prima di giocare di essere i più forti.

Brian Clough e la Coppa dei Campioni. In tuta Garibaldi Reds.

I Believe in Miracles – sì, il titolo rimanda a uno dei capolavori punk dei Ramones – racconta quello che accadde dopo: Clough ritrova il suo fidato assistente Peter Taylor e sulla panchina del Nottingham Forest vince la Second Division (la nostra serie B) nel 1977, vince il campionato di Premier League da neopromosso nel 1978, l’unico della storia dei “Garibaldi Reds” (chiamati così perché il colore delle maglie è un omaggio alle camice indossate dai soldati dell’”eroe dei due mondi”), ma l’apoteosi della sua carriera arriva con il trionfo in due Coppe dei Campioni, nel 1979 e nel 1980, sconfiggendo in finale prima il Malmoe e l’anno dopo l’Amburgo. A oggi, il Forest rimane l’unica squadra di calcio che ha vinto più volte la Champions rispetto al campionato nazionale.

Attenti a quei due: Peter Taylor e Brian Clough.

Il documentario di Jonny Owen – al momento praticamente introvabile – si concentra sugli aneddoti dei campioni di ieri e sul clima di gioia, bonomia ed entusiasmo che Clough era riuscito a trasmettere all’intera società, dopo che aveva fallito con il Leeds United. Un malinconico tuffo nel passato, la fotografia di un calcio molto diverso rispetto a oggi: nel film, i veri coprotagonisti sono le sigarette, i bicchieri d’alcol, gli stadi pieni di fango al limite della giocabilità, le canzoni degli anni Settanta. Scordate i contratti milionari, nessuno parlava di Super Leghe. Prevaleva l’idea che si potesse passare in tre sole stagioni dall’anonimità a diventare leggenda.

Il City Ground, lo stadio del Nottingham Forest.

E, a questo proposito, se nel film di Hooper, il personaggio di Brian Clough rivisto da Michael Sheen sembra quasi ricordare Mourinho per le sue frasi a effetto e il rapporto con la stampa, l’impresa del Nottingham Forest può invece essere – anche se solo in parte – accostata alla Premier vinta incredibilmente dal Leicester di Claudio Ranieri nel 2016. Perché le favole non esistono, ma i miracoli a volte accadono.

 

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