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Bellezza, addio | Il Rimbaud di Monteverde e quelle parole eterne di Dario Bellezza

Presentato a Pesaro, il documentario celebra la figura di Dario Bellezza. Ma chi era davvero?

Dario Bellezza
Dario Bellezza a Castelporziano in un vecchio scatto.

ROMA – Sì, ma a che serve un poeta? Porre questa domanda oggi con il trionfo di immagini a consumo di Like e condivisioni potrebbe apparire (molto) desolante. Oppure no, potrebbe far constatare che non sono tempi per sentimenti poetici. Oppure, che non c’è mai stato tanto bisogno di poesia come oggi. Ecco, questo è il sentimento alla base di Bellezza, addio, il nuovo documentario scritto e diretto da Carmen Giardina e Massimiliano Palmese che – a tre anni da Il Caso Braibanti – continuano a raccontare di grandi uomini dimenticati del XX secolo italiano. Nello specifico Dario Bellezza, uno dei più grandi poeti del suo tempo, «il Rimbaud di Monteverde» come lo soprannominò la comunità letteraria romana alla fine degli anni Sessanta. Un soprannome pertinente considerando che nemmeno un decennio dopo, nel 1977, Bellezza tradurrà proprio la raccolta Poesie di Arthur Rimbaud per Garzanti.

Bellezza, addio, il documentario di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese dedicato alla figura di Dario Bellezza, sarà presentato in anteprima alla 59° edizione del Pesaro Film Festival
Bellezza, addio, il documentario di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese

«Miglior poeta della nuova generazione», lo consacrò giovanissimo Pier Paolo Pasolini nel 1971 all’indomani di Invettive e licenze di cui scrisse il risvolto di copertina. Poi, il 1972, con Lettere da Sodoma, il capolavoro, che vide Bellezza donare alla narrativa italiana il primo racconto esplicito dell’amore omosessuale, liberando un mondo di lettori. E qui si inserisce proprio Bellezza, addio di Giardina e Palmese, nel restituirci in modo commosso e appassionante il ritratto di un uomo irriverente, pudico, apparato, reazionario, simbolo spontaneo delle lotte per la libertà sessuale. «Il poeta è uno che abusivamente occupa spazi interiori per allargarli, che cattura l’istante per renderlo eterno». Per lui la poesia non era null’altro che: «La strada meno vile che può percorrere chi prova insofferenza per la schiavitù del vivere quotidiano inquadrato nelle regole borghesi».

Il ritratto sincero di un artista straordinario
Bellezza, addio, e il ritratto sincero di un artista straordinario

Presentato in anteprima alla 59° edizione della Mostra di Pesaro e prodotto da Zivago Film e Luce Cinecittà con il contributo del MIC, attraverso filmati di repertorio e testimonianze di intellettuali e compagni di strada come Barbara Alberti, Antonella Amendola, Ulisse Benedetti, Franco Cordelli, Ninetto Davoli, Giuseppe Garrera, Maurizio Gregorini, Fiammetta Jori, Renzo Paris, Elio Pecora, Paco Reconti e Nichi Vendola, Bellezza, addio racconta l’intero arco temporale, dal 1944 di nascita sino al 1996 della scomparsa, di un poeta maledetto – o come piaceva dire a Bellezza: «Semmai benedetto, dalle Muse». Ma racconta anche come l’artista e l’uomo seppero affacciarsi in una Roma mutevole, mai doma, in continua trasformazione, proprio come il suo talento poliedrico, poetico, straordinario su tutta la linea, esattamente come lo è il documentario di Giardina e Palmese nelle sue ambiziose intenzioni.

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Qui sotto potete vedere il promo del Pesaro Film Festival 2023: 

 

 

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