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Pedro Armocida: «Tra Flashdance a Amarcord, il mio festival dalle molte anime…»

Presente e futuro: incontro con il direttore della 59° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Pedro Armocida
Pedro Armocida, direttore della 59esima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. Foto Luigi Angelucci

PESARO – Tra Jennifer Beals e Federico Fellini, da Il camorrista di Giuseppe Tornatore alla famiglia Di Leva con il suo corto (ve ne avevamo parlato qui) passando per le luci del Cocoricò: tra visioni e incontri, qui alla 59° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è arrivato anche il momento di fare un bilancio con il direttore artistico, Pedro Armocida, per provare a tirare le prime somme di questa edizione, appena iniziata eppure già al giro di boa, che tra il film di apertura con Flashdance e il documentario Cocoricò Tapes, già solo nelle prime giornate del Festival ha dimostrato una piazza e un pubblico più vivo, interessato e fedele che mai.

Pedro Armocida
Attenti a quei due: Armocida e Cristian Della Chiara, Direttore Organizzativo. Foto Luigi Angelucci

IL PUBBLICO – «Il primo bilancio? Direi molto positivo, nel senso che la programmazione dei primi giorni guarda al pubblico più ampio, i primi appuntamenti in piazza e anche a La Vela Incantata in spiaggia puntano lì. Per questo abbiamo aperto in spiaggia con Amarcord di Federico Fellini, grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia e Cineteca Nazionale, e poi in piazza con un film come Flashdance, due film che hanno fatto sì che il Festival si presenti al meglio al pubblico. Inizia anche il Concorso Pesaro Nuovo Cinema, che in qualche modo mira all’essenza della mostra, che è quello della sperimentazione e della ricerca di nuovi linguaggi. Poi c’è appunto questo aspetto della spiaggia e della piazza che lavora su pubblici diversi, ma mi piace molto anche l’idea di proiettare un documentario in piazza e avere questi i 900 posti a sedere occupati. Fa capire che si è formato negli anni un pubblico che segue, a prescindere dalla proiezione…».

Pesaro
Amarcord in spiaggia? Un sogno. Foto di Veronica Mastrogiacomi.

ALLA GUIDA – «Con la mia direzione al festival cerco di far capire come si costruisce un evento culturale. Faccio lo stesso alla Sapienza dove ho una docenza e insegno un corso di gestione e organizzazione di festival. Lì cerco di trasmettere agli studenti come si deve costruire una rassegna a prescindere dai luoghi e dagli spazi in cui poi questo evento poi si svolge. Le due cose sono connesse. Non dico che il contenitore forma il contenuto, però è evidente che in uno spazio molto grande – come una piazza – si pensa a un certo tipo di programmazione, mentre per il Teatro Sperimentale dove proiettiamo film dal pomeriggio alla sera, un altro tipo, così nella Sala Pasolini, all’interno dello Sperimentale, un altro tipo ancora di proposte; c’è anche la programmazione per i bambini con Pesaro Film Festival Circus. Cerco di programmare un festival all’interno delle sale e dei luoghi in cui questo si svolge pensando il più possibile ad allargare o comunque ad arrivare a pubblici diversi…».

Pedro Armocida
Armocida in piazza con Piera Detassis, Direttore Artistico Accademia del Cinema Italiano. 

IL FUTURO – «Se sono ottimista per il futuro del cinema? Questo è un dibattito aperto perché chiaramente dopo la pandemia c’è stato un problema di un ritorno al cinema di una certa fascia di pubblico. Io anche come vicepresidente dell’Associazione Festival Italiani di Cinema, ho notato che gli eventi e i festival hanno tuttora, mantengono anzi, un pubblico molto forte. Chiaramente ogni festival è diverso, ma c’è un pubblico che li segue nel senso che è stato formato da questi festival ed è più vicino alla forma di evento: proiezione, incontro, dibattito. Piano piano anche le sale – non tutte certo possono farlo e non sarebbe neanche giusto – hanno cominciato un tipo di lavoro simile e secondo me piano piano, con l’evento legato al film normale o commerciale, riusciranno a riportare tutto il pubblico che prima del 2020 andava al cinema in Italia…».

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