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The Madness of Max | Mel Gibson, Interceptor e la genesi di un cult moderno

Nell’anno di Furiosa, un documentario racconta la storia del film di George Miller del 1979

The Madness of Max
Mel Gibson sul set di Interceptor. Era il 1979.

MILANO – L’Australia della fine degli anni Settanta e un film che rappresentò una svolta epocale, influenzando qualsiasi cosa sarebbe venuta dopo, da Sydney a Hollywood. Di cosa stiamo parlando? Di Interceptor di George Miller con un Mel Gibson ancora giovanissimo (all’epoca aveva ventitré anni) e primo capitolo di una serie che ancora continua visto che Furiosa, con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth, si è segnalato quest’anno come uno dei più interessanti film dell’anno. The Madness of Max – documentario diretto da Tim Ridge e Gary McFeat nel 2015, lo trovate su CHILI, Rakuten e Apple Tv + – racconta la genesi di quella pellicola destinata a diventare un cult, una fotografia nel processo di creazione del film, tra ricordi, battute e un azzardo realizzato con poco meno di 400mila dollari.

Mel Gibson sul set di Interceptor. L’attore aveva ventitré anni.

Il documentario ci conduce nel backstage, raccontando curiosità e incidenti sul set, ricordando i costumi di scena ma anche i buffi episodi accaduti durante le riprese. I registi di The Madness of Max  focalizzano il documentario su due aspetti fondamentali del film: le tecniche usate per dirigerlo e l’influenza che l’opera avrebbe avuto poi sulla società. Notevoli le testimonianze della troupe di stuntman che si trovarono a tenere in piedi le molte rocambolesche scene d’azione. Nel 1979 la CGI non esisteva, quindi anche i cameraman si ritrovarono a mettere in pericolo la propria incolumità per riuscire ad ottenere riprese uniche. E – ovviamente – ogni protocollo di sicurezza sul set fu largamente ignorato, così da permettere anche l’improbabile.

The Madness of Max
Gibson in un’altra scena. Interceptor uscì in Italia il 17 gennaio 1980

E così – alla fine delle oltre due ore del documentario – il mosaico si compone. Troupe, cast e lo spirito visionario di Miller, la faccia tirata e secca di Gibson, un’influenza destinata a rimanere per decenni e un viaggio attraverso l’utopia che Interceptor ha donato alle generazioni future insegnando anche – a chi del cinema ne ha fatto un’arte – che solo il futuro appartiene a chi della propria follia riesce a farne pagine di storia. Potente e modernissimo. Aspettando Furiosa

Qui potete vedere il trailer di The Madness of Max:

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