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Awake | Il thriller post-apocalittico che vuole essere l’erede di Bird Box (senza riuscirci)

Mark Raso tenta di sondare un nuovo territorio tra fantasy e thriller. Ma il risultato non convince

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MILANO – È un dato di fatto: ultimamente Netflix sta puntando molte delle sue forze produttive sul filone apocalittico. Tra fantasy thriller e horror ne abbiamo visti davvero di tutti i tipi, fino al recente Sweet Tooth. Da anni, poi, la piattaforma era alla ricerca di un nuovo successo horror-thriller che duplicasse quello raggiunto da Bird Box nel 2018. Ci ha provato con Awake di Mark Raso, un thriller che sfocia nella fantascienza – con Gina Rodriguez, Ariana Greenblatt e Finn Jones – ma ben lontano da quello che Susanne Bier era riuscita a portare sullo schermo dirigendo Sandra Bullock. Ottime premesse che ne avrebbero potuto fare un film post-apocalittico di tutto rispetto, e forse anche qualcosa di più, ma che invece si perdono dopo pochi passi nella storia.

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I protagonisti di Awake

Il mondo di Awake viene colpito da un fenomeno misterioso, mai ben specificato, che mette fuori uso la tecnologia e tiene sveglia l’umanità. Nessuno riesce più a dormire. Solo Matilda, la figlia di Jill (Gina Rodriguez), riesce ancora ad addormentarsi ed è su di lei che l’esercito punta per trovare un rimedio. La società inizia a disgregarsi, le persone perdono il senso della realtà e il controllo della propria mente. La domanda da cui parte il film di Mark Raso è molto semplice: cosa succede quando veniamo privati del sonno? Allucinazioni, stanchezza mentale, dolori fisici, malfunzionamento degli organi: questi i sintomi dopo qualche giorno passato senza chiudere occhio. Ma dopo? Cosa potrebbe succedere al cervello umano? Trasformarsi in quello di uno zombie? Plausibile.

Il mondo post-apocalittico di Awake

Questo aspetto associato a una sceneggiatura e a una regia più convincenti avrebbe potuto sicuramente stupire. È terrificante il pensiero di non poter più chiudere gli occhi e abbandonarsi a quel sonno ristoratore di cui tanto necessitiamo. Poche volte nel cinema si è sondato questo territorio, e sarebbe stato interessante vederlo approfondito. Awake ha i suoi pregi, ma non fa leva su quegli elementi che lo avrebbero reso anche un ottimo thriller. Manca la lenta discesa verso la pazzia di chi non dorme, che si percepisce ma non si vede, manca una vera e propria storia che porti i protagonisti alla risoluzione finale, mancano risposte. Non che l’intento di un film debba sempre essere quello di darne, ma c’è modo e modo di lasciare le cose all’interpretazione di chi guarda.

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Una scena di Awake

Awake si prende troppo sul serio e forse è per questo che ha diviso così nettamente i giudizi. Tra chi sottolinea che le idee del film siano già viste (e non hanno tutti i torti) con un finale noioso e senza senso, e che invece lo ritiene un film apprezzabile e riuscito. Sono molti, tuttavia, i punti che rimangono incompiuti. Ad esempio, cosa c’entri la tecnologia con un’epidemia di insonnia che colpisce il sistema neurologico. Ma buchi di trama a parte, il risultato generale non convince e non riesce a raggiungere il livello a cui puntava.

  • Sweet Tooth | Il racconto di un mondo post-apocalittico che aspettavamo
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Qui potete vedere il trailer di Awake:

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