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Apollo 10 e Mezzo, la Luna e il grande ritorno di Richard Linklater all’animazione

Il sogno dello spazio e un’infanzia spensierata all’ombra della NASA. E finalmente Linklater è tornato

apollo 10 e mezzo
L'infanzia, la NASA e lo sbarco sulla luna: Apollo 10 e mezzo

MILANO – Era dal 2006, con A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare, che Richard Linklater non si cimentava nell’animazione che ha accompagnato tanti dei suoi film. Fino ad oggi. Su Netflix è arrivato il nuovo film del regista, una storia autobiografica di memorie realizzate con schizzi, 3D e disegni che sembrano usciti da una macchina Kodak dei tempi che furono. E in effetti, Apollo 10 e mezzo racconta l’infanzia del regista, che dieci anni e mezzo li aveva a fine anni Sessanta. Tra le voci del cast Glen Powell, Zachary Levi, Josh Wiggins e Jack Black, il narratore fuori campo.

apollo 10 e mezzo
L’animazione di Apollo 10 e mezzo

Nel film Linklater si nasconde dietro al nome di Stanley, il giovane protagonista. Il suo mondo è la Houston del 1969: la NASA appena fuori città, la luna, la corsa allo spazio. È un tempo pieno di novità e conquiste quello in cui si trova a vivere la sua spensierata gioventù. E spensierata lo era davvero. Il film spende buona parte della sua ora e quaranta a ricordare come passavano le giornate in compagnia degli amici, tra la scuola e la periferia, tra giochi in giardino e giochi da tavolo. Fatta di scherzi e risate, mentre gli adulti rimanevano seduti ai tavoli a chiacchierare.

L’infanzia di Richard Linklater in Apollo 10 e mezzo

Tutti gli adulti nella vita di Stanley avevano a che fare con la NASA, al tempo. Quindi è naturale che anche i ragazzi si facessero impressionare da ciò che l’agenzia spaziale stava in poco tempo conquistando. E la fervente mente del nostro protagonista ci mette poco a dare vita a un’allucinata avventura che lo vede protagonista di una missione speciale della NASA, che lo vede andare sulla luna prima di Neil Armstrong. Non è successo davvero, ovviamente. Ma non importa. Se oggi sembriamo tanto ossessionati dal progresso, è comunque niente in confronto ad allora.

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Houston, 1969: Apollo 10 e mezzo

Con Apollo 10 e mezzo, Linklater ricorda con nostalgia un tempo in cui la percezione del passato, di ieri, era praticamente assente. Un tempo in cui esisteva solo guardare al domani, per afferrare sempre più cose, per andare sempre più avanti. Un uomo che riesce finalmente a camminare sul suolo lunare può giustamente creare questo effetto. E così insieme alle sigarette, allo smog, ad Astroworld e alle prime immagini a colori in televisione, una nuova era sembrava alle porte. La voce di Stanley adulto ricorda con meticolosa precisione la sua infanzia – che poi è sempre quella del regista -, i suoi colori, i suoi odori e sapori.

Una scena di Apollo 10 e mezzo

Le sensazioni delle sere d’estate e la scuola, dove all’improvviso tutti erano interessati alla scienza. E nonostante Apollo 10 e mezzo sia catalogato come sci-fi, puramente per i suoi temi lunari, è molto meno un’avventura di quanto non sia un dolce e leggero compendio di ricordi, accuratamente impacchettati con tanti colori e un po’ di umorismo. Se siete degli inguaribili nostalgici, questo è il film che fa per voi. Altrimenti va bene anche viverlo come un altro film di Linklater che non delude. Funziona in entrambi i casi.

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Qui il trailer di Apollo 10 e mezzo:

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