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Alessia Di Giovanni: «Spore, l’ambientalismo e il mio cinema anticonformista»

La regista racconta il suo nuovo film, tra post-punk e fumetto. Lo trovate in digital su CHILI

Alessia Di Giovanni
Alessia Di Giovanni

MILANO – Una chiacchierata al telefono con Alessia Di Giovanni per scoprire cosa si cela dietro il suo nuovo film, Spore (qui la nostra recensione), che si muove tra l’hard-core punk degli anni Ottanta, la cultura ambientalista, il referendum contro il nucleare e la violenza sulle donne. La regista, già impegnata nella creazione di un nuovo progetto, con il suo montaggio lancia anche una sfida agli spettatori: «Devono rimettere insieme i pezzi perché il film è fatto come ricomposizione della memoria di Giulia (la protagonista), sta poi allo spettatore rimettere insieme i frammenti della sua memoria».

Alessia Di Giovanni sul set
Alessia Di Giovanni sul set

SPORE – «L’idea del progetto è nata perché nessuno aveva mai raccontato gli anni Ottanta del punk. Li avevano già raccontati, però dal punto di vista femminile non c’era assolutamente nulla. Poi mi premeva raccontare anche una storia di vendetta dopo una violenza subita. Io lavoro moltissimo con le tematiche legate al femminile, al corpo femminile, e ambientarlo negli anni Ottanta, quindi in pieno periodo post-punk, hard-core punk in Italia, significava legare Giulia (che è la protagonista) a un modo di essere che era ribelle, anticonformista. Mi interessava creare un personaggio che fosse respingente e quindi in qualche modo sfidare lo spettatore a immedesimarsi nella sua storia di violenza».

Valentina Lodovini e Alice Croci
Valentina Lodovini e Alice Croci

AMBIENTALISMO – «Era importante anche legare il tema ambientalista del film, siamo nell’87 quindi un anno dopo il disastro di Chernobyl. La popolazione aveva avuto per la prima volta delle restrizioni, come in qualche modo in questo periodo, legate al cibo, la gente non poteva uscire per strada perché aveva paura. E quindi la gente per la prima volta aveva capito che cosa significava avere a che fare con l’energia nucleare. In questo frangente Giulia e Zippo, che è la sua migliore amica, pubblicano anche per la prima volta la loro fanzine. Si chiama “Spore”, da qui il titolo del film, e si augurano che possa essere un modo per portare la cultura anche dove non c’è, che poi è quello che fa anche il cinema indipendente come il mio, e cambiare in qualche modo la mentalità della gente».

Spore
Alice Croci e Liliana Benini in Spore

VALENTINA – «Valentina Lodovini è una delle mie attrici preferite. Quando ho scritto il personaggio di Laura ho pensato subito a lei, avevo in mente il suo viso, non in una versione fashion ma in una versione di donna reale, struccata, molto provata, poco di moda e che in qualche modo è ricaduta sul suo passato perché adesso deve ricostruirsi. E ovviamente quando ho mandato a Valentina la sceneggiatura del film e ha accettato per me è stato un immenso piacere perché vedere il personaggio che tu hai scritto interpretato esattamente dall’attrice per cui tu lo hai immaginato è una grande soddisfazione. E poi lavorare con lei è stato magnifico, è stato magico insomma».

Valentina Lodovini
Valentina Lodovini in una scena di Spore

STREAMING – «Quando escono i film io mi sento sempre come una mamma, anche per tutte le persone che ci lavorano e che ci aiutano sul set. Poi Spore ha avuto una lunghissima lavorazione perché in post-produzione ho lavorato molto sul montaggio, ho cambiato un po’ la storia e volevo che avesse un look particolare. Ci ho messo due anni e mezzo, quindi puoi immaginare la grande emozione. Per me questo è un figlio che si allontana da me, tra l’altro anche in un momento particolare dell’Italia durante una quarantena, però spero che in qualche modo possa fare un po’ di compagnia alle persone che sono chiuse in casa e non vedono film nuovi. Magari portare la sala da loro è piacevole, tra l’altro anche grazie a CHILI».

Una scena del film
Una scena del film

CINEMA E ISPIRAZIONI – «Amo qualsiasi tipo di cinema, nel senso che non bado molto se è un film di cassetta piuttosto che un film veramente d’autore. Quello che amo veramente sono le storie che arrivano direttamente all’anima della persona e soprattutto che mettono a nudo l’animo dell’autore, cioè che sono onesti con gli spettatori. Queste sono le storie e i film che cerco ed è quello che ho fatto anche con Spore. Io sono onesta fino in fondo, il film è semi-autobiografico, ci sono proprio il mio cuore e la mia anima che sanguinano, ed è secondo me quello che un film dovrebbe essere. Onesto».

Valentina Lodovini
Valentina Lodovini è l’ex brigatista Laura in Spore

LA QUARANTENA – «La mia vita è divisa in due. Quando faccio la pre-produzione del film, sono sempre fuori. Poi c’è un’altra parte della mia vita che è quella dove vivo sempre in casa: io mi auto-recludo quando scrivo un nuovo film, cioè mi portano anche la spesa (ride, ndr) e cose del genere perché veramente mi chiudo in casa. Fortunatamente questo periodo di quarantena coincide con questa parte della mia vita, cioè la parte creativa proprio di scrittura del copione. Mi rendo conto però degli altri, per cui magari la loro vita è molto più fuori e deve essere molto dura. Quindi io non la vivo proprio male, devo ammettere».

Volete vedere Spore di Alessia Di Giovanni? Lo trovate su CHILI

Qui potete vedere il trailer di Spore:

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