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Prova a Prendermi | Leonardo DiCaprio e la storia vera del truffatore che ha ispirato il film

Un truffatore, redento, e una vicenda incredibile architettata da un ragazzino che voleva soldi a palate

Leo DiCaprio e Tom Hanks in Prova a Prendermi
Leo DiCaprio e Tom Hanks in Prova a Prendermi

ROMA – Qual è la dote più importante di un bugiardo? In realtà sono due: una memoria di ferro, per districarsi tra decine di menzogne architettate e una grande fantasia. Perché gli ostacoli vanno aggirati in maniera sempre diversa, senza mai adagiarsi sugli allori. Per informazioni, chiedete a Frank Abagnale Jr., truffatore, falsario e impostore di gran classe, la cui storia vera ha ispirato Steven Spielberg e il suo Prova a prendermi. La straordinaria vita Mr. Abagnale, portato sul grande schermo da Leonardo DiCaprio, farebbe impallidire anche il più ostinato dei criminali e non solo per l’attitudine quasi poetica alla frode, ma per la capacità di trarsi d’impaccio sempre e comunque. Almeno fino a quando non è stato scoperto, naturalmente.

Prova a prendermi
DiCaprio pilota della Pan Am

Ma chi è il vero protagonista di Prova a prendermi Frank Abagnale Jr.? Il giovane Frank si confronta sin da giovane con gli imbrogli. La prima vittima è il padre, Frank William Abagnale Sr., rispettato signore di origine italiana di New Rochelle, padre di quattro figli e coniugato con la francese Paula. Motivo del contendere, la macchina che Frank Jr. ha acquistato e soprattutto accessoriato con ogni bendidìo attraverso la carta di credito del genitore. Oltre tremila dollari di acquisti – fasulli, neanche a dirlo – in oggetti che Frank decide di rivendere a metà prezzo in contanti ad alcuni meccanici. Dopo il divorzio dei suoi, pur di non scegliere con quale genitore vivere scappa. Ha solo 16 anni e un futuro (di inganni) da costruire.

Prova a prendermi
Leonardo DiCaprio e Frank Abagnale Jr.

Prova a prendermi in effetti potrebbe essere sul serio il suo motto, impegnato com’è a fuggire da situazioni più o meno intricate. Falsificati i documenti, Frank si aumenta l’età e mette a frutto le sue abilità da imbroglione ai danni delle banche. In primis, emettendo assegni personali scoperti. Un giochino che il ragazzo replica numerose volte e che blocca all’istante al momento di ripianare il debito. Poi, con raggiri sempre più complessi, ottenendo soldi nonostante il suo status. Come? Stampando il suo numero di conto su moduli bancari vuoti e confondendoli tra gli altri per avere così un versamento pronto all’uso. Il metodo è forse ingenuo, ma con questo trucchetto Abagnale riesce a racimolare in poco tempo ben quarantamila dollari.

Prova a prendermi
Leo DiCaprio col camice bianco

Nel corso della vita Frank si spaccia per pilota della Pan Am, facendo così accreditare all’azienda viaggi e soggiorni in hotel di lusso. Finge di essere un insegnante di sociologia, falsificando una laurea alla Columbia University. Diventa addirittura un medico, il dottor Frank Conners, pediatra della Georgia e se la cava quasi egregiamente – un neonato rischia la morte – facendo seguire i suoi casi a veri camici bianchi. Infine, trova il modo di fare anche l’avvocato, grazie all’immancabile laurea finta in legge ad Harvard.

Un sorridente Frank Abagnale Jr.

Solo nel 1969 Frank vede finire le sue avventure, dopo la cattura in Francia e un periodo di detenzione trascorso tra Perpignan e la Svezia. Da lì, l’estradizione negli USA e la condanna a dodici anni per frode multipla, da scontare in una prigione federale. Nel 1974 il governo federale decide di “salvarlo” chiedendo in cambio il suo aiuto – o meglio la sua esperienza – nella lotta alle frodi finanziarie. Senza lavoro e senza prospettive, Frank capisce l’antifona e successivamente, ripulita l’immagine, fonda la sua società. Diventa ricco onestamente facendo il consulente anti truffa, mette su famiglia e i suoi interventi sono richiestissimi nei talk show del Paese. Perché se c’è una cosa che l’America sa fare è costruire i propri miti.

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