in

2/Duo | L’amore secondo Nobuhiro Suwa e l’estrema solitudine di una coppia

Al Far East Film Festival rispunta una piccola perla del cinema giapponese degli anni Novanta

Nishijima Hidetoshi in un momento di 2/Duo di Nobuhiro Suwa.

MILANO – L’immediata visione di 2/Duo trasmette e instaura fastidio, straniamento, dubbi irrisolti, domande che restano senza risposta. Non perché la storia sia complicata, o l’argomento troppo contorto, ma perché il film di Nobuhiro Suwa sviluppa e indaga una storia d’amore solo dalla prospettiva del suo declino, un medias res che non segue la costruzione narrativa consueta, ma ne disegna solo la sua discesa, la separazione, l’odio, le urla, gli addii. Uscito nel 1997 e proiettato per la prima volta in Italia al Far East Film Festival per riscoprire una perla nascosta del cinema giapponese, 2/Duo concepisce difficoltà e ostacoli perché decide consciamente di porre una distanza tra lo spettatore e la storia che scorre. Come essere su una barca e non poterla governare, ma poter solo assistere – inermi – al suo naufragio.

2/Duo
Nishijima Hidetoshi, attore disoccupato in 2/Duo.

Suwa ci trasporta senza preavviso nel piccolo appartamento di una giovane coppia. Kei (Nishijima Hidetoshi, visto recentemente come protagonista di Drive my car) è un attore disoccupato che vive grazie a Yu (Eri Yu) e il suo lavoro all’interno di una boutique d’abbigliamento. La solarità di Yu si scontra costantemente con l’apatia e l’infelicità di Kei, instaurando così all’interno della casa un clima teso conflittuale. Le parole sono sostituite dai silenzi, gli abbracci e i baci da sfoghi repentini e urla disperate. Il loro è un sentimento stagnante, immobile, che si muove solo grazie a gesti accennati e inerziali. Kei vuole sposarsi per donare importanza e apparenza a un rapporto ormai disfunzionale e che da tempo non viaggia nella stessa direzione. Yu subisce talmente tanto l’oppressione e la dominanza del compagno che il suo movimento all’interno della coppia è come quello di un fiore che appassisce, che si piega all’assenza di una fonte di calore.

2/Duo
La coppia in un altro momento del film.

Prima di perdere ogni petalo riesce però a trovare la forza di andarsene, di lasciare un disordine incontrollato e aprire le danze a una ricerca spasmodica, a un’obbligatoria autoanalisi degli errori commessi, a una rincorsa emotiva che però non ha più il tempo di essere attuata. In 2/Duo lo spettatore è il terzo incomodo di qualcosa di profondo, di un rapporto e un disagio radicato e masticato, che però Suwa non mostra o descrive, ma fa solo intuire tracciandone le conseguenze, gli ultimi istanti di un gioco morboso e distruttivo. Tutto resta sottotraccia, non detto, inspiegato, il motivo per cui Kei non si ricorda mai dov’è si può solo intuire, la ragione per cui Yu non riesce a scappare da quella trappola emotiva si può solo immaginare; ed è grazie a questo approccio minimalista che Nobuhiro raggiunge l’estrema intimità di un rapporto ormai esaurito e lacerato.

2/Duo
Eri Yu e la solitudine di coppia.

Non solo: il regista giapponese utilizza addirittura gli stilemi del documentario per intromettersi nelle pieghe del legame e scovarne i dettagli direttamente dalle parole di Kei e Yu, che davanti a una telecamera che gira in pellicola e resta silente riescono ad aprirsi e a parlare con qualcuno. 2/Duo è un’esperienza scomoda, asimmetrica perché volutamente sbilanciata verso un lato preciso di un’indagine emotiva che Suwa Nobuhiro ingabbia in un lungometraggio sperimentale e atipico, ma che permette di esplorare con un punto di vista ancora più a fuoco l’amore e le sue ossessioni, le complesse dinamiche che si creano e si instaurano dentro un sentimento troppo sfaccettato per essere raccontato in maniera convenzionale.

  • ORIENT EXPRESS | Il cinema orientale secondo Hot Corn
  • VIDEO | Qui il trailer di 2/Duo:

 

Lascia un Commento

VIDEO | Paul Kircher: «Sul set di Winter Boy, tra Juliette Binoche e Christophe Honoré»

Mediterranean Fever

Mediterranean Fever | Maha Haj, la questione palestinese e il senso della vita