MILANO – «Devi assumerti da solo le tue responsabilità». E BoJack Horseman, una volta per tutte, alla fine della scorsa stagione ha deciso di prenderle di petto andando al Pastiche Malibu, blasonato rehab in cui, tra una lezione di yoga e una di pittura, prova a fare i conti con i sensi di colpa e la sua dipendenza. Riparte da qui il sesto e ultimo capitolo della serie creata da Raphael Bob-Waskberg per Netflix. Otto episodi che anticipano il congedo definitivo da quell’ex stella di Hollywoo(d) previsto per gennaio quando la piattaforma metterà a disposizione dei suoi abbonati le puntate conclusive.

Era il 2014 quando quel cavallo parlante burbero, cinico ed egocentrico è entrato a far parte dell’immaginario collettivo grazie ad una scrittura pressoché perfetta, capace di spaziare da tematiche universali ad argomenti attuali. Un personaggio dai contorni disegnati ma profondamente ancorato alla realtà che ci ha saputo parlare di rimpianto, depressione, lutto e inadeguatezza con una sincerità difficile da replicare. Paragonabile alla complessità di Don Draper e Tony Soprano, BoJack è il protagonista di uno show che ha ampliato i confini di un genere – quello dell’animazione per adulti – sempre più sperimentale e coraggioso continuando a parlare a noi e di noi.

Perché possiamo specchiarci nei tentativi di Princess Carolyn di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata; nello smarrimento esistenziale di Todd; nei rimorsi di Mr. Peanutbutter; nella lotta di Diane di non scendere a compromessi o nel tentativo di redimersi da tutti gli errori commessi di BoJack. E allora sapere di essere arrivati al momento dei saluti lascia in bocca ancor di più un retrogusto di rammarico.

Una sensazione paragonabile forse solo alla cancellazione di The OA, la creatura meravigliosa nata dalla mente di Brit Marling, che solo pochi mesi fa ha subito un trattamento ancora più drastico di quello concesso alla serie di Bob-Waskberg. Perché in un mercato in cui le piattaforme e i loro contenuti si moltiplicano vertiginosamente sotto i nostri occhi, sono show come questi a lasciare una traccia, a seminare e influenzare altre storie e i loro spettatori.

Ma di cosa parla questa sesta stagione? Della consapevolezza delle proprie azioni e delle loro conseguenze. E lo fa nei toni a cui la serie ci ha abituato, mischiando generi ed umori, ironia e dramma senza mai dimenticare riferimenti al presente, dal #MeToo alla messa in ridicolo di Hollywood e dei suoi meccanismi. Una riflessione sul passato e su quanto, nonostante i nostri sforzi, nonostante quanto si provi a cambiare ed aprirsi al prossimo, il fantasma di chi eravamo torna a farci visita e l’ennesimo “mi dispiace” detto alle persone a cui teniamo rischia di non bastare più.
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Qui potete vedere il trailer della sesta stagione di BoJack Horseman:
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