ROMA – WandaVision, la prima (grande) serie targata Marvel Studios, funziona perché è tutto l’opposto di ciò che si potrebbe immaginare. Parallelamente, però, è ben ancorata ai canoni stilistici e narrativi che hanno fatto del Marvel Cinematic Universe il più grande contenitore di storie intrecciate che il cinema ricordi. Lo si capisce subito: le prime due puntate sono per buona parte una divertente sitcom Anni Cinquanta, con tanto di risate fuori campo e registrate live in studio, e solo nel terzo episodio ci rendiamo conto che le cose non sono come ci vengono mostrate. La fotografia in bianco e nero, all’inizio, è straordinaria (Jess Hall) e il formato in 4:3 ci riporta direttamente alla memoria a due situation comedy per eccellenza: Lucy ed Io, del 1951 e in particolar modo a The Dick Van Dyke Show, del 1961.

Infatti, per concezione, lo showrunner Jac Schaeffer si rifà alle tante sitcom che hanno fatto la fortuna del piccolo schermo americano. Abbiamo anche qui le villette a schiera, la vicina invadente, la torta di mele in forno e le camice a mezze maniche in ufficio. Solo che in questo caso i protagonisti, sappiamo bene, sono due supereroi: Visione e Wanda Maximoff, ovviamente interpretati da Paul Bettany ed Elizabeth Olsen, che dimostrano una notevole e spiccata dote comica. E allora qualche domanda sorge spontanea: cosa ci fanno negli Anni Cinquanta? E soprattutto, com’è possibile che Visione sia ancora vivo, dopo l’uccisione per mano di Thanos in Avengers: Infinity War?

Così sono proprio le domande, queste domande, a fare da fulcro allo show, disponibile su Disney+, in quanto possiamo dirvi che no, nulla è come sembra e che forse, sotto sotto, c’è di mezzo quel multiverso ormai sdoganato in Endgame, e che lascia agli Studios di Kevin Feige incredibili e stupefacenti alternative, da mettere in scena sia al cinema sia – come in questo caso – in una serie tv che è strettamente legata agli eventi del MCU, continuando di fatto la storia e la relazione tra Wanda Maximoff/Scarlett Witch e Vision, ovvero l’entità più assoluta, onnipotente e divina di tutta la saga.

Dunque, dopo gli straordinari successi cinematografici, la Marvel riesce a stupire anche in fatto di serialità. È incredibile quanto i dettagli, che sembrano piccoli e inutili, siano invece il fattore scatenante di svolte del tutto imprevedibili. E i trenta minuti degli episodi di WandaVision confermano la qualità e l’estro di una visione (per restare in tema…) che non si pone limiti, anzi fa di tutto per differenziarsi. Semplicemente, nel MCU, è tutto possibile. Anche ritrovarci negli Anni Cinquanta (ma, vedrete, che via via il viaggio nel tempo ci porterà nei decenni successivi…), in un puzzle colorato, misterioso e divertente da costruire, in cui si omaggia la storia della televisione, mentre possiamo finalmente approfondire la storia d’amore tra Wanda e Visione. Tragica e romantica.
- Qui il trailer di WandaVision:
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