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Ultimo tango a Parigi | Se il capolavoro di Bertolucci ritorna dov’è cominciato tutto

Il Festival del Cinema di Porretta Terme riporta il cult al Kursaal. E la storia si ripete…

Maria Schneider in una scena di Ultimo tango a Parigi. L'attrice è scomparsa nel 2011.

MILANO – Si torna dove tutto ebbe inizio. Una di quelle storie che che sarebbero piaciute a Bernardo Bertolucci. Fu al Cinema Kursaal di Porretta Terme che, il 15 dicembre del 1972, ci fu la prima proiezione italiana nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema Libero, dopo le sole proiezioni avvenute prima a New York, due mesi prima (il 14 ottobre), e quindi a Parigi (il 14 dicembre). Oggi, in collaborazione con la Fondazione Bernardo Bertolucci, per celebrare il cinquantesimo anniversario di quella proiezione, Ultimo tango a Parigi ritorna proprio lì, al Kursaal, nella magnifica copia restaurata da Vittorio Storaro per una serata speciale della XXI edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme. Ieri e oggi, un cerchio che si chiude. Anche (e soprattutto) cinquant’anni dopo.

Bertolucci, Brando e Maria Schneider sul set di Ultimo tango a Parigi.

Il film e poi lo scandalo. Marlon Brando e il suo cappotto di cammello. Maria Schneider e Passy. Le strade di Parigi e Gato Barbieri che suona da qualche parte. Riportare Ultimo tango a Parigi a Porretta significa anche ripensare Ultimo tango a Parigi, un’opera testimone del suo tempo ma che riflette anche il nostro, tanto diverso e però simile. L’azione giudiziaria scaturì proprio da quella prima proiezione italiana di Porretta, di lì in poi il film fu vittima della censura giudiziaria e della sua azione, che nel 1976 portò (addirittura) alla distruzione delle copie. Un sacrilegio che finì solo quindici anni, nel 1987, quando il film fu riabilitato e ne fu autorizzata la distribuzione nelle sale e in televisione, proprio mentre Bertolucci (paradosso incredibile) se ne andava a Hollywood a ritirare i nove Oscar vinti da L’ultimo imperatore.

Ultimo tango a Parigi
Marlon, Maria e Parigi: frammenti di mito.

La censura non impedì al film però di vincere Nastri d’Argento, David di Donatello, di ottenere nomination agli Oscar (Marlon Brando, battuto da Jack Lemmon per Salvate la tigre, e Bertolucci, sconfitto da George Roy Hill per La stangata), ai Golden Globe e anche ai BAFTA. Ma cosa significa oggi rivedere Ultimo tango a Parigi? In realtà molto, perché è ancora un film discusso per i temi, la sessualità, i modi di produzione. Nell’era del #MeToo e del politicamente corretto a tutti i costi, le polemiche sul consenso nel rapporto tra la Schneider e Brando hanno reso nuovamente il film materia di scontro, così come l’attacco alla famiglia e la rappresentazione della figura maschile. Oggi però non c’è più nessuno di loro. Bernardo, Marlon, Maria. Usciti di scena, sempre troppo presto. Eppure non sono mai stati così vivi. Anche (e soprattutto) cinquant’anni dopo.

  • LONGFORM | Bertolucci e lo scandalo che divenne capolavoro
  • LONGFORM #2 | Bernardo e la fondazione Bertolucci
  • VIDEO | Il trailer restaurato di Ultimo tango a Parigi:

 

 

 

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