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Streaming, nuovi gadget e smartphone: così cambierà la televisione nel 2020

Al Consumer Electronics Show di Las Vegas i giganti del settore svelano le strategie per il futuro

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Una scena de I Simpson

LAS VEGAS – Come sarà guardare la TV nel 2020? Siamo andati a scoprirlo a Las Vegas dove tra nuovi gadget e sfarzo, il CES (Consumer Electronics Show) ci ha dato alcune risposte, molte delle quali si riducono ad ancora più streaming e molti sforzi per tenerti incollato al telefono. Gli speakers principali dello show, una volta dominato dai produttori di computer, quest’anno sono stati i dirigenti delle reti televisive NBC e CBS e di nuovi servizi video come Quibi e Tubi.

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Mayim Bialik e Jim Parsons in The Big Bang Theory

L’argomento principale sono state le guerre tra streaming services – per non parlare dei costi crescenti per i consumatori che vogliono accedere al pacchetto completo – mentre i giganti NBC Universal e WarnerMedia si preparano ad unirsi alla battaglia contro Netflix entro la fine dell’anno. Alcune aziende hanno anche accennato alla nuova spinta verso video “di dimensioni ridotte” pensati per attirare l’attenzione dei tipici utenti di YouTube, nonostante il fatto che già diversi anni fa si era tentato un approccio simile (e non con il risultato sperato).

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Un’immagine del CES di Las Vegas

Quest’anno il CES ha aperto le sue porte a 170.000 persone, oltre che a 4.500 aziende, presenti per intrattenere il pubblico con le loro nuove tecnologie presenti in modo sempre più pervasivo nella nostra vita. La kermesse ha ospitato i precedenti tentativi di stabilire una road map per la TV. Durante lo show del 2015, la società satellitare Dish annunciò un pacchetto di canali telelvisivi più economico e simile a quello via cavo. Le offerte di Sony, DirecTV, Google, Hulu e altri si sono presto unite alla Dish Sling TV. Ma cinque anni dopo, queste alternative online sono in difficoltà, con un costante aumento dei prezzi e nel caso della PlayStation Vue di Sony, la chiusura definitiva.

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Il celebre baby yoda star di The Mandalorian fra le produzioni targate Disney+

Quindi bisogna passare al piano B: i proprietari dei canali televisivi e i produttori degli show hanno cominciato a vendere servizi di abbonamento simili a Netflix direttamente ai consumatori. Disney+ è stato lanciato a novembre, mentre HBO Max di WarnerMedia e Peacock di NBCUniversal arriveranno tra pochi mesi. Se la gente preferisse pagare abbonamenti come Netflix invece che i canali televisivi tradizionali, Disney e altre società di media immaginano di poter trarre un ricavo diretto. Ma devono anche tenere in considerazione la concorrenza di aziende tech che cercano di replicare il successo di Netflix e invadere il mercato: per esempio, Apple ha lanciato il proprio servizio di streaming a novembre, mentre Quibi (che debutterà il 6 aprile) promette una visione a portata di telefono, con l’ex capo Disney Jeffrey Katzenberg dietro il progetto.

«Le scommesse sono state fatte e miliardi di dollari sono stati spesi per i contenuti», ha affermato Peter Csathy, fondatore e presidente della società di consulenza media digitali CreaTV Media. «Quei numeri aumenteranno solo quando tutti questi Golia e “i nuovi” che saliranno a bordo saranno tutti alla ricerca di modi per fare successo». Meg Whitman, CEO di Quibi, sta investendo un miliardo di dollari in nuovi contenuti con il sostegno di tutti i principali studi cinematografici. Abbreviazione di “quick bites”, Quibi è il servizio da telefonia progettato per essere guardato pochi minuti alla volta. I programmi video sono suddivisi in “capitoli” di 10 minuti – circa della stessa lunghezza delle trasmissioni TV tra interruzioni pubblicitarie – destinati a spettatori in movimento con tempi limitati. «Vogliamo prendere un telefono, un device che in realtà non è stato progettato per guardare video e trasformarlo in un ottimo dispositivo di visione», ha detto Whitman alla conferenza.

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Zoe Levin e Brendan Scannell protagonisti di Bonding, serie tv di Netflix con episodi da 15 minuti

Ma i precedenti tentativi di cortometraggi sono falliti. Nel 2018, Verizon ha staccato la spina dal suo servizio Go90, circa tre anni dopo il suo lancio, che presentava programmi originali di breve durata insieme al live sport e programmi TV di vecchia data. Nel frattempo, Netflix, Amazon e Hulu hanno testato programmazioni in streaming più brevi, specialmente per la commedia. Man mano che le compagnie televisive sperimentano le scelte disponibili, accumuleranno anche dati sulle abitudini di visualizzazione, andando ben oltre ciò che hanno ottenuto con i canali via cavo.

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Edward Norton in Fight Club

Così sarà più facile per loro indirizzare la pubblicità verso gli interessi degli spettatori e formulare raccomandazioni per altri show in modo da mantenere incollati gli spettatori. Le aziende proveranno anche diversi tipi di prezzi nel 2020, cercando di capire come e quanto i consumatori saranno disposti a pagare. Esiste un limite al numero di servizi che i consumatori pagheranno? Si adatteranno a prezzi separati con e senza pubblicità? O si affolleranno in servizi gratuiti come Tubi, anche se mancano contenuti originali? Il rovescio della medaglia? Troppa scelta e troppi cambiamenti tecnologici in una sola volta potrebbero rendere gli spettatori diffidenti verso nuove opzioni.

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