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HOT CORN GUIDE | Da Volker Schlöndorff a Orson Welles: 7 film da vedere in streaming

Non sapete cosa vedere in streaming? Ecco la nostra guida d’autore per Rarovideo Channel

Orson Welles sul set de Lo Straniero, un film del 1946
Orson Welles sul set de Lo Straniero, un film del 1946

ROMA – Ormai la domanda è inevitabile: cosa vediamo questa sera? Un action o una commedia? Risate, animazione o un giallo? Dilemma continuo e scelta difficile, tanto che spesso si va a dormire senza scegliere, ma non temete, perché ci siamo noi di Hot Corn a consigliarvi alcuni film in streaming da vedere. Questa volta abbiamo fatto una scelta d’autore per voi nella nutrita sezione del canale Rarovideo Channel che trovate sia su Prime Video che su The Film Club (qui). Siete pronti? Seguiteci. E se volete consigliarci qualcosa, scrivete a: [email protected].

Tutta la famiglia davanti alla TV. Cane compreso…

numero uno_cinema LA VITA DI VERNON E IRENE CASTLE, di H.C. Potter – Film biografico sull’inglese Vernon e l’americana Irene Castle, due celebri danzatori nei primi anni nel Novecento. Dal loro primo incontro nel 1911 a New Rochelle in riva al mare, alla loro storia d’amore, al successo, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale quando Vernon fu costretto a partire per difendere la patria. Classico del 1939 della memorabile coppia Fred Astaire e Ginger Rogers. Elegante e avvincente, la pellicola è tratta da My Husband e My Memories of Vernon Castle della stessa Irene che ne disconobbe presto la paternità per via di una presunta infedeltà agli eventi narrati. Oltre a essere l’unico biopic da loro interpretato, La vita di Vernon e Irene Castle è anche l’unico film con un finale tragico. Dove vederlo? La vita di Vernon e Irene Castle

Fred Astaire e Ginger Rogers in una scena de La vita di Vernon e Irene Castle, film musicale del 1939
Fred Astaire e Ginger Rogers in una scena de La vita di Vernon e Irene Castle, film musicale del 1939

numero dueVOLTI, di John Cassavetes – Un film il cui stile ha fatto scuola, che ricerca e osserva le problematiche della vita di coppia. La relazione è quella tra Richard (John Marley) e Maria (Lynn Carlin) e il racconto è quello delle loro serate trascorse con Jeannie (Gena Rowlands) una prostituta, lui, e con un uomo più giovane, Chet (Seymour Cassel), lei. La macchina da presa sembra volersi poggiare sui corpi dei personaggi, sui loro movimenti, sguardi, volti: l’esito è un film imperdibile, in cui lo spettatore si ritrova a contatto di pelle con la storia. Un progetto sperimentale, Volti, che Cassavetes portò avanti come una sorta di work-in-progress con attori professionisti e non a partire dal 1965 nello stile del cinéma vérité che generò un primo cut di oltre diciassette ore, ridotte poi alle definitive due ore e dieci. Un giovanissimo Steven Spielberg, seppur non accreditato, partecipò alle riprese per due settimane come assistente di produzione. Dove vederlo? Volti

Una giovanissima Gena Rowlands in una scena di Volti, un film di John Cassavetes del 1968
Una giovanissima Gena Rowlands in una scena di Volti, un film di John Cassavetes del 1968

numero tre_cinema IL SILENZIO DOPO LO SPARO, di Volker Schlöndorff – Quando Rita, terrorista della Raf, si rende conto del fallimento della lotta armata, è costretta a passare alla clandestinità. La donna si rifugia nella Germania dell’Est, dove la Stasi le fornisce una nuova identità. D’ora in poi lei è l’operaia Susanna Schmidt e, per l’ex terrorista, inizierà un travagliato periodo fatto di continui cambiamenti di residenza e d’identità. Ispirato alla vita reale di Inge Viett, il maestro Schlöndorff incide soluzioni d’immagine nello stile della cinematografia degli anni Settanta realizzando un’incredibile esperienza visiva di ritorno al passato per lo spettatore che raccontando di lotta rabbiosa, ideali politici disillusi e romanticismo in un’utopica raffigurazione della Repubblica Democratica Tedesca. Dove vederlo? Il silenzio dopo lo sparo

Bibiana Beglau e Nadja Uhl in una scena di Il silenzio dopo lo sparo, un film di Volker Schlöndorff
Bibiana Beglau e Nadja Uhl in una scena di Il silenzio dopo lo sparo, un film di Volker Schlöndorff

numero quattro JANUARY, di Viesturs Kairišs – Gennaio 1991. Tre aspiranti filmmaker, Jazis (Kãrlis Arnolds Avots), Anna (Alise Danovska) e Zeps (Sandis Runge), si trovano di fronte all’invasione dei carri armati sovietici che vogliono reprimere l’indipendenza della Lettonia. Trascinati nelle proteste pacifiche della loro gente contro il tentativo di presa del potere da parte dell’esercito sovietico nel suo paese, la loro vita viene gettata nel caos. Tra sogni e scelte di vita, Kieślowski (Il Cineamatore) e Jarmusch (Stranger Than Paradise), e l’eterno conflitto tra ideali artistici e realizzazioni pratiche, Kairišs racconta di nobili sogni di cinema in tempo di guerra. Una gemma da (ri)scoprire. Qui per la nostra recensione. Dove vederlo? January

Kãrlis Arnolds Avots in un momento di January
Kãrlis Arnolds Avots in un momento di January

numero cinque_cinema LA DOPPIA VITA DI VERONICA, di Krzysztof Kieslowski – Due ragazze che non si conoscono e vivono lontane, una, Veronika, a Cracovia, l’altra, Véronique, a Parigi, si somigliano come fossero gemelle, e studiano canto ambedue. Senza saperlo, Véronique, recatasi a Cracovia per un viaggio di studenti, ha fotografato da lontano Veronika fra altri giovani. Veronika ha un legame amoroso con un giovanotto, ma la sua vera passione è la musica, perciò, nonostante intuisca la gravità della malattia che le provoca forti dolori al petto ogni volta che con la sua splendida voce raggiunge note particolarmente acute, continua a studiare canto. Tra il metafisico e il soprannaturale Kieslowski indaga il mistero della vita, le ragioni dell’amore e i fili sottili che ci collegano gli uni agli altri attraverso un’opera poetica che è concatenamento di immagini pure. Da segnalare una straordinaria Irène Jacob. Dove vederlo? La doppia vita di Veronica

Irène Jacob in una scena di La doppia vita di Veronica di Krzysztof Kieslowski
Irène Jacob in una scena del film La doppia vita di Veronica di Krzysztof Kieslowski

numero sei LO STRANIERO, di Orson Welles – In una pacifica cittadina americana vive un nazista scampato al processo di Norimberga. Si è rifatto un’esistenza e sotto mentite spoglie sposa perfino la figlia di un noto magistrato. La Commissione delle Nazioni Unite contro i crimini di guerra è alla ricerca del diabolico gerarca e un investigatore della Commissione mette a punto una strategia per ritrovarlo. Uno spy movie atipico che vive della battaglia tra due titani del cinema mondiale come Orson Welles (Quarto Potere) ed Edward G. Robinson: autentico spettacolo nello spettacolo. Unico successo al botteghino del Welles-regista e, ironicamente, opera da lui ripudiata. Dove vederlo? Lo straniero

Edward G. Robinson, Loretta Young e Orson Welles in una scena de Lo straniero
Edward G. Robinson, Loretta Young e Orson Welles in una scena de Lo straniero

numero sette_cinema L’ODIO, di Matthieu Kassovitz – Miglior Regia al Festival di Cannes del 1995, vincitore di tre Premi César e premiato come Miglior Film agli European Film Awards. Kassovitz fa un ritratto coraggioso e folgorante della vita nelle banlieue parigine, il racconto di una giornata nella periferia della capitale francese, attraverso gli occhi di Vinz, Said e Hubert. Rivedere oggi L’odio, a ventinove anni di distanza, fa quasi paura perché in quel film già c’era dentro tutto: dall’apertura su Bob Marley con le parole di Burnin’ and Lootin’ («This morning I woke up in a curfew») alle pose di Cassel à la Travis Bickle in Taxi Driver, e poi il fuoco delle banlieue, le violenze della polizia, la società multietnica e quel mantra che continua a girare per tutto il film e che paradossalmente risuona oggi più potente che mai: «Il problema non è la caduta ma l’atterraggio». Qui per il nostro Storie. Dove vederlo? L’Odio

Vincent Cassel in una scena de L'Odio, un film di Matthieu Kassovitz
Vincent Cassel in una scena de L’Odio, un film di Matthieu Kassovitz
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