No, nessuno prima di Timothée Chalamet si era mai visto recapitare un frutto da autografare. Eppure il ventiduenne newyorkese non ha fatto una piega quando lo avevamo incontrato a Toronto per l’anteprima di Beautiful Boy, film diretto da Felix Van Groeningen e tratto dalla biografia del giornalista David Sheff (Steve Carell) in cui racconta la lotta contro la tossicodipendenza del figlio (Chalamet). “È una pesca dell’Ontario”, gli spiega la conduttrice del festival canadese, e lui ride. Il riferimento a Chiamami Col Tuo Nome è palese. Davanti alle urla e all’isteria collettiva dei fan, però, fa spallucce in maniera un po’ imbarazzata e inizia a parlare a macchinetta. Quando è nervoso, infatti, diventa logorroico e il pubblico lo adora anche per la sua spontaneità.
LA SFIDA: «La pressione maggiore? Deriva dal fatto che, trattandosi di una storia vera, non vuoi deludere i reali protagonisti della vicenda. Steve (Carell, ndr.) sul set mi ripeteva che il cuore di tutto è la famiglia e sono d’accordo perché tratta temi universali in cui tutti ci possiamo riconoscere. Io ho due genitori splendidi e una sorella maggiore incredibile, ma anche se nessuno di loro è affetto da alcuna dipendenza, capisco bene le dinamiche».
STEVE CARELL: «Sono grato a Steve per la sua guida, è stata una figura paterna sul set e non lo dico solo perché sono un fan sfegatato di The Office. All’inizio pensavo sarebbe stato strano, invece no: sono cresciuto guardandolo e riguardandolo in tv e ritrovarmelo come genitore mi ha fatto venir ancora più voglia di essere preparato e preciso».
BEAUTIFUL BOY: «Secondo me Beautiful Boy tocca un tema attuale e urgente a cui tutti dovremmo prestare attenzione. Vedere le vite distrutte dalla droga mi fa pensare a come rispettare quello che mi circonda. Non pensavo che avrei avuto un ruolo da protagonista di questo spessore e sono grato per tutte le occasioni che il mondo dello spettacolo mi sta offrendo, compreso Lady Bird e il prossimo Dune».
LUCA GUADAGNINO: «Incontrarlo mi ha cambiato la vita. Già lo ammiravo da A Bigger Splash, ma lavorarci insieme è stato travolgente. Non do nulla per scontato, soprattutto perché per un ragazzo giovane come me lavorare con grandi cineasti è un dono incredibile, che mai mi sarei aspettato quando andavo a scuola di cinema».
TORONTO: «Tutto il calore che ho ricevuto al TIFF mi ha davvero lasciato senza parole, ma dopo lo stordimento iniziale me la sono goduta perché per me è ancora tutto così nuovo ed eccitante da non sembrarmi vero. Mi guardo intorno sul red carpet e vedo artisti che ho ammirato per anni a pochi passi da me e ancora non ci credo. Non ci ho ancora fatto l’abitudine. Infatti in me regna una confusione sovrana, ma non voglio sottovalutare nulla. Ho capito che il pubblico ha fame di film con temi importanti e necessari e voglio farne parte».
IL FUTURO: «Sarò nel prossimo adattamento di Piccole Donne e sono onorato di tornare a lavorare con Greta Gerwig dopo Lady Bird. E diventerò Enrico V per The King. Non è pazzesco girare a Westminster? E poi mi aspetta Dune di Denise Villeneuve, un pezzo di fantascienza che ho sempre amato tantissimo e riletto tante volte, scoprendo sempre cose nuove. Se penso che ha ispirato capolavori come Star Wars mi tremano le ginocchia!».
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Qui sotto potete vedere il trailer di Beautiful Boy:
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