LOS ANGELES – «È buffo perché non sono mai stato un amante del circo» confessa Tim Burton, completo nero e occhiali scuri, quando lo incontriamo al Beverly Hilton di Beverly Hills per parlare del suo Dumbo. E se il connubio tra un regista rinomato per la sua estetica macabra e il marchio Disney può sembrare improbabile, il risultato è nientemeno che spettacolare. Dumbo è un film che entusiasma i bambini e commuove gli adulti, trasportandoli in un immaginario visivo travolgente come solo Tim Burton, autore di classici come Edward Mani di Forbice e Big Fish, riesce a creare. «Però mi piace l’idea del circo» prosegue il regista «trovarsi insieme a un mucchio di altra gente stramba, proveniente da ogni parte del mondo, che non ha un lavoro regolare» e sorridendo indica il cast del film, la sua «famiglia disfunzionale» composta da Colin Farrell, Eva Green, Danny de Vito, Michael Keaton, Finley Hobbins e Nico Parker.
LA STORIA «Le fiabe della Disney hanno tutte dei simbolismi molto semplici per le emozioni che rappresentano. Mi piace l’idea di un elefante che vola, è un personaggio che non trova il suo posto nel mondo e che, poi, riesce a trasformare il suo svantaggio in un vantaggio. Ma in parallelo c’è anche la vicenda umana, quella di un uomo che ritorna dalla guerra (Holt Farrier interpretato da Colin Farrell, n .d.r.) e si trova senza un braccio, senza moglie e senza lavoro. Anche lui è alla ricerca del suo posto nel mondo, così come gli altri personaggi in Dumbo. Sono delle belle tematiche dipinte in una cornice molto semplice».
LE TEMATICHE «Ogni famiglia è differente. Io per esempio avrei preferito essere separato dai miei genitori! Scherzi a parte, vedo le cose in maniera più semplice e spirituale perché alla fine si tratta di una fiaba e come ogni grande fiaba si riferisce a concetti che restano veri per la natura umana. È un film d’epoca che tocca diversi temi ma non cercavo di copiare i titoli del notiziario di oggi».
LA SFIDA «La cosa strana è che avevamo un cast pazzesco e un set formidabile ma poi ci mancava, fisicamente, il protagonista. Un aspetto davvero snervante perché sai cosa vuoi, sai cosa fare per ottenerlo e puoi anche vedere nell’anteprima l’animazione rozza ma finché non vedi Dumbo materializzarsi nel film, non puoi davvero sapere quale sarà il risultato. Quella è stata la più grande difficoltà e il bello è che, fino a poche settimane fa, quando il film era finalmente pronto, non siamo riusciti a scoprirlo».
IL CAST «La scelta degli attori? Sono stato influenzato da due fattori. Da un lato mi interessava lavorare con interpreti per me speciali. Colin, Michael, Danny, mi sembra di lavorarci insieme da una vita, abbiamo uno spirito affine. Siamo come una famiglia disfunzionale, proprio come ne esistono nell’industria cinematografica o in un circo e lo spirito del cast per me è significato tantissimo nella realizzazione di Dumbo. Dall’altro lato, poiché si tratta di un film con un elefante strambo come protagonista, da qualche parte della testa avevo in mente che tutti i personaggi dovessero essere un po’ strambi, ma al naturale (indica di nuovo il cast e ride, ndr)!. Sapete, un po’ come alla cena del giorno del Ringraziamento».
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Qui potete vedere il trailer di Dumbo:
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