ROMA – Sulla strada, in un disperato tentativo di riunirsi alla moglie separata, Elliot (West Liang) si prende una pausa in un motel nel deserto. Incontra Greta (Amy Tsang), una donna misteriosa che somiglia in modo impressionante a sua moglie. Elliot scopre presto il suo segreto e si immerge in un viaggio allucinante che lo costringe a chiedersi esattamente chi sia e dove si trovino. Inquietante e allucinogeno, Silent River di Chris Chan Lee è un film stratificato e sfumato che sfida coraggiosamente le nozioni stesse di realtà e illusione. Lo trovate in streaming, su The Film Club, ed è un film la cui visione mette alla prova lo spettatore a partire da un quesito: Dove troviamo un significato quando tutto ciò che ci è familiare è scomparso?

Non è un film di facile collocazione in una specifica cornice di genere Silent River. Un’opera dall’andamento caotico, a-lineare, intrecciata da Lee in immagini evocative, ricercate e limpide fatte di silenzi e solitudini, risoluzioni e ricordi, ed estranianti distorsioni sonore che danno forma a un dramma esistenziale dai sapori surrealisti a metà tra L’angelo sterminatore di Luis Buñuel e Strade Perdute di David Lynch, dichiaratamente ispirato a Shining di Stanley Kubrick e a Possession di Andrej Zulawski per la cifra stilistica e i temi di isolamento e follia, e percorso di (brevi) suggestioni fantascientifiche che ne rendono lo sviluppo – e relativa visione nell’occhio dello spettatore – accattivante, invitante e riconoscibile.

È soprattutto un film di volti, Silent River, quello dello smarrito Elliott di Liang (Big Sky, Blue Eye Samurai) e dell’enigmatica Greta della Tsang (Velvet Buzzsaw, The Acolyte) nella cui duplicità caratteriale fatta crescere alla distanza risiede l’anima del racconto. Tra Greta e Julie – e presente e passato di Silent River -, infatti, Lee intesse un’opera sui misteri della vita, l’inscalfibile forza dell’amore, e di lutti indicibili la cui elaborazione è possibile solo gettandosi a capofitto in realtà illusorie e immaginifiche da cui è impossibile far ritorno. Un film visionario, affascinante, indipendente nell’essenza più pura del termine, che al netto di alcune incertezze è, però, piena espressione del cinema e delle sue magnifiche fantasie per immagini.
- INTERVISTE | Chris Chan Lee e il viaggio di Silent River
- VIDEO | Qui per il trailer del film:
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