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Memoria | Tilda Swinton, quel suono perduto e la poesia di Apichatpong Weerasethakul

Da Cannes a MUBI, tra la Colombia e il silenzio: perché recuperare l’opera del regista thailandese

Memoria
Tilda Swinton nel ruolo di Jessica Holland in Memoria.

MILANO – Si apre con un suono simile ad una palla enorme che cade in un pozzo di metallo circondato dall’acqua del mare, un brontolio che proviene dal centro della Terra, o perlomeno così lo descrive una magnetica Tilda Swinton quando tenta di ricostruirlo tramite le sue parole ad un certo punto del film. Che il suono e di conseguenza l’esperienza, oltre il linguaggio, siano il centro portante di Memoria – ultimo film del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul e in streaming su MUBI – si capisce non solo dal fatto che la prima parola viene sussurrata dopo dieci minuti, che un rumore costante è l’assoluto protagonista, ma soprattutto perché sviscerare il tema della memoria necessita l’andare oltre le barriere del linguaggio, c’è bisogno di un’immersione ulteriore, di raggiungere il livello esperienziale successivo alla parola. E sì, probabilmente solo il regista della Palma d’oro per Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti poteva avere il coraggio e la capacità di tuffarsi oltre lo schermo, oltre il cinema.

Memoria
Tilda Swinton in una scena di Memoria.

Memoria, Premio della Giuria a Cannes nel 2021, è il primo lungometraggio di Weerasethakul che abbandona le foreste della Thailandia per approdare in una Colombia poliedrica, dalle gallerie sotterranee fino alla natura più incontaminata passando per le strutture più all’avanguardia che guardano verso il futuro. Jessica Holland (Tilda Swinton) è una coltivatrice di orchidee, passeggia per Bogotà come una straniera, parla uno spagnolo semplice ma conciso, si guarda intorno perché insegue un suono che la ossessiona e non le permette di dormire. Solo attorno a questi microscopici movimenti si muove Memoria, il resto è riempito dal tentativo di oltrepassare lo sguardo della realtà per approdare in un luogo onirico dove poter affrontare il rapporto con i propri ricordi e il confronto con gli altri. Jessica si muove nel mondo – è in Colombia per recarsi dalla sorella malata – si reca in uno studio di registrazione per tentare di replicare quel suono, in un tunnel in costruzione dove hanno ritrovato antichi resti umani, ma è un movimento di superficie che serve poi a immergersi nell’acqua e oltrepassare la realtà.

Memoria
Lo smarrimento del personaggio di Tilda Swinton.

È solo nel segmento finale che le carte si svelano, che le parole assumono valore e si avvicinano e sfiorano concetti irraggiungibili dal linguaggio, in un incontro con un pescatore ai confini della realtà per raggiungere il centro del suono, il fulcro della propria anima. Memoria è proprio un viaggio per trovare il centro, la provenienza di una conseguenza ignota, la sorgente da dove esplode il magma nascosto dell’inconscio. E Apichatpong Weerasethakul imbastisce la struttura nella sua tipica maniera: interminabili minuti con la camera immobile per dilatare e allungare il tempo, sguardo lontano e distaccato verso i personaggi che si muovono all’interno della storia così da inglobarli in un discorso più ampio, capace di unirli e connetterli con la natura.

Memoria
Alla ricerca del suono perduto.

Il film riflette e sviscera il tema del ricordo e di come la memoria abbia bisogno di un corpo dove bruciare e rivivere, una cassa di risonanza per non limitarsi a interiorizzarsi ma per esplodere in una coscienza collettiva di una specie che troppo spesso si dimentica di essere tutti dalla stessa parte del fiume e che un individuo senza il rapporto con gli altri non è nessuno. Attraverso il suono e il rumore Weerasethakul costruisce un atipico film sulla morte elogiando la gioia e la magia della vita, un inno all’aprirsi oltre il proprio recinto conoscitivo e raggiungere la memoria e i ricordi dell’altro. Memoria, come ogni film del regista thailandese, è un’esperienza umana che distrugge le barriere dello schermo ed esplode nell’anima di chi lo guarda e decide di immergersi nel suo oceano.

  • ORIENT EXPRESS | Il cinema orientale visto da Hot Corn
  • VIDEO | Qui il trailer di Memoria:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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