ROMA – Abbiamo incontrato Sébastien Marnier in un salottino di una camera dell’Excelsior al Lido di Venezia dove Un Vizio di Famiglia, terzo lungometraggio dopo Irréprochable e L’Ultima Ora, è stato presentato nella sezione Orizzonti Extra. Una commedia nera venata di sfumature thriller in cui il regista ha chiamato all’appello alcune delle migliori attrici francesi in circolazione come Laure Calamy e Doria Tillier. Ambientato in una villa in riva al mare, il film vede protagonista Stéphane (Calamy), una giovane donna, operaia in un conservificio, che si ritrova in una famiglia ricca con un padre sconosciuto, la sua stravagante moglie, la figlia ambiziosa, madre di un’adolescente ribelle, e la loro inquietante cameriera. Qualcuno di loro però sta mentendo…
LA GENESI DEL FILM «L’idea di realizzare questa famiglia nasce in una declinazione assolutamente al femminile. L’ho immaginata come un gruppo di donne che provengono da realtà e universi assolutamente diversi rispetto al ruolo che solitamente è assegnato alla donna che è quello di costruire una famiglia. E per dipingere questo universo femminile così sfaccettato ho deciso di affidarmi a vari generi cinematografici scegliendo quelli che secondo me erano più idonei per dare un ritmo adeguato».
L’OMAGGIO «La mia cinefilia è stata nutrita da tantissimi generi che ritengo essere fondamentali. Nella scelta del cast e di messa in scena ho giocato su una nota ironica e di sorrido perché trovo che il film di genere sia quello che si presta di più a parlare della nostra società. Per non parlare di un omaggio a un regista che per me è stato fondamentale: Claude Chabrol…».
IL SIGNIFICATO «Il titolo originale del film, L’Origine du Mal, fa riferimento a molte cose. Indubbiamente la questione della famiglia vista in senso negativo come quasi obbligo a creare un nucleo familiare. Una cosa che non condivido necessariamente e che invece è molto presente nella nostra società. Anche quella del denaro, così onnipresente nel modo che ha di dettare la nostra esistenza, e anche un riferimento alla Francia e alla sua società patriarcale dove spesso queste figure di padri incombenti generano delle famiglie tossiche. Sono diverse le origini del male…».
GEORGE «Il personaggio interpretato da Doria Tillier non l’abbiamo mai considerato come totalmente manipolatore ma, al pari delle altre donne che compongono questo nucleo familiare freddo e a tratti violento, serve a mostrare dei sottostrati che hanno generato queste crepe che dipendono dalla violenza che probabilmente hanno subito loro in un primo tempo nella loro famiglia. Un personaggio inquietante e toccante al tempo stesso».
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