ROMA – Alle 23:30 dell’11 ottobre 1975, una compagnia di giovani comici e scrittori cambiò per sempre la televisione e la cultura. Diretto da Jason Reitman e scritto da Gil Kenan & Reitman, Saturday Night è basato sulla vera storia di ciò che accadde dietro le quinte nei 90 minuti che precedettero la prima trasmissione dell’SNL – Saturday Night Live. Pieno di umorismo, caos e la magia di una rivoluzione che stava per non esserci, contiamo alla rovescia i minuti in tempo reale fino a quando non sentiremo quelle famose parole. Nel cast Gabriel LaBelle è il capofila di un gruppo da sogno comprendente Rachel Sennott, Cory Michael Smith, Ella Hunt, Dylan O’Brien, Emily Fairn, Matt Wood, Kim Matula, Finn Wolfhard, Nicholas Braun, Cooper Hoffman, Andrew Barth Feldman, Kaia Gerber, Tommy Dewey, Willem Dafoe, Matthew Rhys e J.K. Simmons.

Il film, presentato in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, arriva al cinema con Sony Pictures (soltanto) come evento speciale il 21, 22 e 23 ottobre e per una ragione ben precisa: non ha saputo trovare un proprio pubblico di riferimento. Nonostante gli Stati Uniti siano la fortunata patria della SNL, infatti, al cinema Saturday Night ha incassato appena 5 milioni e mezzo di dollari. Un dato significativo considerando che, almeno nelle aspettative generali – e immaginiamo anche in quelle degli executives della Sony/Columbia – quello di Reitman sarebbe dovuto essere percepito come un film-evento. Perché i cinquant’anni di una delle più grandi trasmissioni televisive di tutti i tempi è un evento che va celebrato a dovere. E lo diciamo subito per non falsare le aspettative date le particolari circostanze: lo fa alla grande Reitman!

Perché nelle immagini filmiche di Reitman, frutto di movimenti di camera veloci, fluidi (ci sono due piani sequenza che fanno strabuzzare gli occhi dalla bellezza), armonizzati in montaggio netto che dà vivacità al racconto e tutte avvolte di quella grana da pellicola tipica dell’epoca storica di riferimento, c’è tutta la frenesia e la voglia di vita degli anni Settanta new-hollywoodiani e con loro le storie di George Carlin, John Belushi, Dan Aykroyd (che ha partecipato alla produzione come consulente esterno), Michael O’Donoghue, Al Franken, Andy Kaufman, Chevy Chase, Garrett Morris, Jane Curtin, Jim Henson, Lorne Michaels, Gilda Radner, Billy Crystal, Billy Preston. Artisti dal talento immenso che hanno saputo plasmare l’immaginario collettivo come pochi altri prima-e-dopo di loro. E solo per questo bisognerebbe parlare, oggi, di Saturday Night come di un film semplicemente immenso (oltre che divertentissimo!).

Una testimonianza storica di un giorno leggendario di cui Reitman ha curato la realizzazione in chiave filologica, ragionando su ogni sketch, ogni imprevisto e ogni momento scenico come fosse un musical per coreografie e ritmo. Ma soprattutto con affetto vero, tangibile, di cui si può percepire il sapore dalle immagini. Talmente ci ha creduto Reitman in Saturday Night da, non solo aver rinunciato alla regia del (sempre) personalissimo Ghostbusters: Minaccia Glaciale in favore del fido Kenan – limitandosi al ruolo di produttore e sceneggiatore – ma anche da avervi lavorato su, tra interviste e indagini, sin dal 2007 di Juno. È il film della vita di Reitman, o forse dei sogni che diventano (finalmente) realtà, e solo per questo vi diciamo: dovete vederlo!
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