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Riabbracciare Parigi | Alice Winocour, Virginie Efira e il dolore dei giorni del Bataclan

Dopo November e Un anno, una notte, il cinema francese indaga ancora quei giorni tragici. Ma com’è?

Virginie Efira brilla in Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, al cinema per Movies Inspired
Virginie Efira brilla in Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, al cinema per Movies Inspired

MILANO – Venerdì 13 novembre 2015: una ferita si apre nel cuore di Parigi con tre brutali attacchi terroristici, tra cui il più noto rimarrà quello al Bataclan, il teatro dell’XI arrondissement. Ferita ancora non rimarginata nel cuore del popolo e degli intellettuali francesi, tanto da tornare protagonista nel bel Riabbracciare Parigi di Alice Winocour ora al cinema, a coronamento di un anno che ha visto uscire due diverse pellicole sulla stessa notte come November e Un anno, una notte, nonché quell’umanissima cronaca giudiziaria, già bestseller, di V13 a firma Emmanuel Carrère.

Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, ora al cinema per Movies Inspired
Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, ora al cinema per Movies Inspired

Winocour, forte della diretta osservazione del fratello vittima di quegli attentati, si sofferma in Riabbracciare Parigi sulla storia di Mia (sempre impeccabile Virginie Efira), un’interprete coinvolta nell’attentato a una brasserie parigina che, a tre mesi dal trauma, tornerà nella capitale francese per rivederla con occhi nuovi (come suggerisce l’originale Revoir Paris) e forse anche per riabbracciarla con nuova consapevolezza, come nel più conciliante titolo italiano. La verità è che, per persone come Mia, è troppo difficile tornare a una vita normale dopo un evento di tal fatta, soprattutto in presenza di una memoria post traumatica fortemente frammentata.

Virginie Efira è la protagonista di Riabbracciare Parigi
Virginie Efira è la protagonista di Riabbracciare Parigi

Si rischia addirittura di diventare dei “fenomeni da baraccone” da trattare con reverenza nel timore di urtare la loro sensibilità e renderli oltremodo suscettibili. Nel cuore di Mia, come in quello di tante vittime di cui questa storia si fa portavoce, coesistono il bisogno e la paura di ricordare, la vergogna per esser sopravvissuti al cospetto di chi non ce l’ha fatta e persino un insopportabile potenziale rimorso sulla propria condotta in quei momenti, ammesso che si abbia reale contezza dell’accaduto. «Gli psicologi spiegano che la memoria decostruisce gli eventi traumatici e che è molto difficile per i sopravvissuti ricollocare gli avvenimenti nel giusto ordine» chiarisce la regista.

Benoît Magimel e Virginie Efira in un momento del film
Benoît Magimel e Virginie Efira in un momento del film

Il vero pregio di Riabbracciare Parigi è la sua capacità di accompagnare al contempo lo spettatore e la protagonista nella sua ricerca che, in quanto tale, non si sa bene a cosa condurrà. Non c’è da aspettarsi nulla in particolare dall’evoluzione della pellicola, proprio nella stessa misura in cui Mia non sa cosa raggiungerà e chi sarà diventata alla fine di questo percorso. Consapevolezza sempre più forte che si crea progressivamente nello spettatore è che, tuttavia, il diamante nel trauma, ovvero il bello che può trarsi anche da esperienza tragiche, consiste proprio nella stessa umanità che sa stringersi e riscoprirsi intorno al dolore.

Una scena di Riabbracciare Parigi
Una scena di Riabbracciare Parigi

«Mi ha molto toccato l’idea che non è possibile ricostruire la propria vita da soli, ma che c’è bisogno di almeno due persone e di uno sforzo collettivo» così Winocour sulla sua scelta di realizzare un Riabbracciare Parigi film corale, pur in presenza di una protagonista femminile possente nella sua fragilità. Con questa performance Virginie Efira ha sbaragliato ai César di quest’anno la concorrenza di alcune tra le più brillanti colleghe d’Oltralpe come Fanny Ardant, Juliette Binoche, Laure Calamy e Adèle Exarchopoulos, curiosamente protagoniste peraltro di altrettanti French Touch, la rubrica con cui Hot Corn si impegna a raccontarvi il meglio del cinema francese.

Un estratto di uno dei poster promozionali realizzati per il film
Un estratto di uno dei poster promozionali realizzati per il film

Ad affiancarla, nel ruolo di Thomas, un altro sopravvissuto alla strage, il sempre più convincente Benoit Magimel, forte di due César vinti per due anni consecutivi, e grazie alla cui presenza Winocour ha potuto filmare «La fragilità che si nasconde dietro una virilità fisica e animale». Qui e là Riabbracciare Parigi pecca forse un po’ di retorica, ma va anche riconosciuto con piena onestà intellettuale che, di fronte all’arte che si sforza di raccontare ferite ancora aperte e che si prodiga nel fare memoria e nel rendere una tardiva forma di giustizia, è forse più opportuno fare un passo indietro sul commento delle qualità stilistiche per lasciare invece spazio al doveroso rispetto della sofferenza e al sacrosanto encomio dell’umanità.

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